BIRMANIA 9° Secondo giorno in bici tra i templi di Bagan – G°7
Secondo giorno in bici tra i templi di Bagan
Ci alziamo presto per non perdere nemmeno un secondo e dopo aver fatto colazione e ripreso le bici, partiamo alla scoperta di Bagan.
Oggi prendiamo l’Anawrahta Rd, la parallela a quella di ieri ma più interna.
Il tempo non promette niente di buono, è piovuto tutta la notte e ora all’orizzonte si addensano nubi minacciose.
Dopo un po’ ci fermiamo al BULEDI, una Stupa con ripide scalinate da cui si ammira una bella vista.
Purtroppo da qui, vediamo che sta arrivando un bel temporale, il Buledi internamente è chiuso e partiamo alla ricerca di un posto, dove ripararci.
In giro non c’è nessuno cui chiedere informazioni, cosi iniziamo a tagliare per campi e strade ma otteniamo solo il risultato di rimanere intrappolati nel fango.
Proprio in un’enorme pozzanghera, Valeria, appoggia i piedi per terra e sprofonda in 30 cm di fango, con la beffa che gli rimango entrambe le infradito perse nella poltiglia.
Mi tocca levare le ciabatte, alzare i pantaloni e immergere le mani tra un miscuglio di merda, terra e fango.
Mai avrei pensato di ritrovarle, invece dopo cinque minuti le recupero tutte e due…..miracolo.
Finalmente, troviamo la strada giusta, prima passiamo davanti al THABEK HMAUK:
Appena inizia a diluviare entriamo nel SULAMI PATHO, il”gioiello supremo”.
Dicono che è il più importante tempio di Bagan, formato da due piani sormontato da un bellissimo Sikhara dorato.
Immerso in una ricca vegetazione con 5 porte d’ingresso, quattro statue del Buddha ai quattro punti cardinali e delle preziose decorazioni ai muri interni.
Appena entriamo, inizia un nubifragio e capiamo che durerà un bel po’.
Cosi scegliamo una statua che più ci attira e ci fermiamo lì due ore.
Valeria dorme, io leggo e penso, medito e scrivo…..e trovo per la prima volta a Bagan, la pace dei sensi.
Quando finisce di piovere sono le due e ce ne torniamo a mangiare vicino all’Ananda Patho, se volete mangiare bene e a due soldi venite in questa zona, ci sono dei ristorantini niente male.
Gira e rigira, siamo stanchi e ridendo e scherzando pure oggi abbiamo pedalato abbastanza.
Cosi, prima facciamo una sosta al DHAMMAYANGYI PATHO:
Il tempio più grande, imponente e massiccio, con la statua dei due Buddha affiancati (unica nel suo genere) e con i suoi misteriosi corridoi murati in cui si narra ancora vivono gli spiriti delle anime che furono chiuse dentro, ancora vive, che rendono il posto impopolare anche ai finanziamenti per il restauro.
La gente parla di questo posto, come il tempio dal Karma negativo.
Cosi simile alle piramidi di Tikal in Guatemala.
E cosi, sotto consiglio di un pastore che incontriamo, chiedendogli il tempio più bello per vedere il tramonto, arriviamo, dopo mezz’ora di pedalata, tra pecore e risaie, tra pozzanghere e grano al PYATHADA PAYA.
Non altissimo, ma sperduto, poco conosciuto e dall’immensa terrazza a 360 gradi, dove rimaniamo per un paio d’ore, in compagnia di centinaia di libellule.
Valeria si addormenta come una bambina ed io, come un bambino, assaporo tutti i secondi di questo posto, al di la del tempo e dello spazio, orgoglioso come Terzani, di appartenere alla razza umana.
Non ci sono più parole per descrivere quello che vedo né stati d’animo per spiegare quello che sento, ormai è buio e a malincuore salutiamo Bagan.