ALBANIA Storia – Breve riassunto della storia dell’Albania
ALBANIA STORIA
L’Albania è una della regioni più anticamente popolate dei Balcani e dell’Europa, abitata fin dal paleolitico 100.000 anni fa.
I primi abitanti di cui si ha notizia sono delle tribù indoeuropee che Erotodo descrisse come “Pelasgi”, diretti discendenti di un antica tribù Illirica chiamata Albani.
Di loro si hanno pochissime informazioni se non che hanno mantenuto, anche sotto i romani, particolari caratteristiche culturali e linguistiche.
Dopo gli Illiri, arrivano prima i Romani nel 167 a.c. e poi i Bizantini.
A Durazzo passava la Via Egnatia, la più importante via commerciale che collegava Roma a Costantinopoli.
Ricordiamoci che i primi 3 imperatori Bizantini erano proprio Illirici.
Dopo la caduta dell’impero romano iniziarono gli attacchi e le dominazioni dei Barbari: Visigoti, Unni, Ostrogoti, Slavi, Serbi e Ottomani, quest’ultimi dal XIV° fino al 28 Novembre 1911 anno dell’indipendenza Albanese.
Proprio sotto gli ottomani nel 1450 si fa notare Skandeberg che per 20 anni resistette ai Turchi diventando tutt’oggi l’eroe nazionale.
Dal 1914 al 1919, l’Albania è occupata da Grecia, Serbia, Montenegro, Francia, Italia e Austria.
Nel 1921 sale al potere il movimento Islamico e Ismail Qemali con idee conservatrici e estremiste.
Mentre nel 1925 il 1° governo ufficiale è quello di Ahmed Zogolli, con il nome di Zog I° re dell’Albania, che rimane in carica fino al 1938
Con la 1° guerra mondiale iniziano l’occupazione prima fascista, 1939 e successivamente degli alleati.
In questi anni Enver Hozha, capo del movimento di protesta fonda il partito comunista e 1944 e diventa il 1° ministro Albanese.
Cosi dopo la 2° guerra mondiale il regime stalinista – marxista – leninista – ortodosso Hoxha fa entrare l’Albania in 50 anni di totalitarismo completo. Un periodo di cui fino a pochi anni fa non si sapeva nulla.
Praticamente dal 1944 al 1990.
Hoxha chiude subito i rapporti con la Jugoslavia per la loro ideologia e costruisce circa 1 milione di bunker che servivano come posti di guardia e ricovero d’armi.
Nel 1967, l’ateismo di stato viene scritto nella costituzione (leggere Albania Religione)
Diritti umani pessimi, isolati da tutti e da tutto, con la negazione della libertà di parola, religione, stampa e associazionismo, con un economia pianificata e controllata completamente dallo stato, come il modello dell’URSS.
Nel 1968 esce dal patto di Varsavia, rompe con l’URSS, (lui convinto Stalinista), iniziando un isolamento dal resto dell’Europa ma avvicinandosi all’orbita Cinese.
1977 morto Mao, rompe anche con la Cina, sprofondando in un isolamento politico mondiale completo.
Una specie di Korea del Nord dei nostri giorni.
Sono anni di dura repressione, dove nessuno entrava e nessuno usciva.
Hoxha e il suo partito inculcano nella mente di quasi tutto il popolo il culto dell’uomo Albanese forte e invincibile ma soprattutto che tutto il mondo ce l’aveva con loro, ma che l’Albania era più forte di tutti.
Il paese si ritrova nella povertà economica completa con una politica del “fare affidamento solo sulle proprie forze”, senza prendere prestiti e crediti dall’estero.
1985 muore Hoxha e con Ramiz Alia si inizia piano piano una campagna democratica, con un sistema di partiti multipli, libera circolazione e aperture frontiere.
Agli inizi del 1990 sale al potere Berisha.
L’8 agosto 1991 la nave Vlora, salpa dal porto di Valona verso Bari con più di 20.000 Albanesi a bordo, una delle immagini più toccanti della storia mondiale.
Il paese è al collasso.
Ci sono proteste, caos, 2000 morti per manifestazioni, in poco tempo più di mezzo milione della popolazione si trasferisce in Italia.
Un vero e proprio esodo.
Nel 1999 la guerra Jugoslavia peggiora ancora le cose.
E cosi entriamo nel nuovo secolo.
2002 socialisti, 2005 centro-destra di nuovo con Berisha, nel 2009 entra nella Nato, nel 2012 Nishani e nel 2013 socialisti e centro sinistra con Rama, tutt’oggi al governo.
Edi Rallla, un artista e un capopopolo confermato nel 2017 per il 2° mandato
In una decina d’anni, con riforme, investimenti e integrazione con l’Europa sta portando l’Albania nel terzo millennio con una transizione in una vera economia moderna.
E’ vero che la vita rimane difficile, stipendi base di 200/300€, giovani vanno via, ma molti ritornano, c’è tantissima corruzione e la cultura è privata e costosa.
(Un aneddoto: un ragazzo ci ha detto che qualche anno fa al mercato, i classici pomodori che costavano di norma qualche decina di centesimi di € arrivarono nel giro di qualche mese anche a essere pagati 3-4€ al kg. Quasi tutti gli agricoltori avevano cambiato la coltura del pomodoro con quella della Mariuana).
Ma è sotto gli occhi di tutti che oggi, l’Albania è pacifica e stabile.
E’ una Repubblica, con un sistema democratico pluralista dove il presidente viene eletto in parlamento ogni 5 anni.
Ci sono 60.000 imprese, è al 2° posto in Europa per riserve idriche e il 15% del PIL proviene dalle rimesse degli Albanesi all’estero.
Grecia e Italia su tutti.
L’economia si regge con l’edilizia, l’energia idroelettrica (95% dell’energia), agricoltura (tutta privata), industria estrattiva tra cui petrolio, cromo, rame, asfalto, nichel e negli ultimi anni con un forte e continuo aumento di turismo.