NEPAL 11° Annapurna Sanctuary trekking – day2
ANNAPURNA SANCTUARY TREKKING DAY2 – SINUWA
Ghandruk 1940m -Komrong 2250m -Kimrongkholagaon 1800m-Taulung 2180m – Chhomrong 2170m -Sinuwa 2360
Ci svegliamo alle 7, colazione e alle 8 partiamo.
C’è il sole, nessuna nuvola, è fresco ma stiamo in pantaloncini corti e T-shirt.
Saliamo per un ora fino a Komrong e scendiamo per 45 minuti fino a Kimrongkholagaon dove attraversiamo il fiume su di un ponte di ferro. Risaliamo fino a Taulung dove pranziamo e compriamo una bottiglia di rum da un litro a 10€.
In giro c’è molta calma, silenzio e pace, i turisti incontrati saranno stati una cinquantina, le case locali si stanno facendo meno frequenti ma ogni mezz’ora di cammino si trovano posti per mangiare e dormire.
Camminiamo su sentieri che da millenni vengono calpestati, ma che solo da decenni sono accessibili ai turisti.
Il Nepal aprì le sue frontiere solo nel 1949, il Tibet nel 1927, ma le richiuse nel 1950 dopo essere stato occupato della Cina.
Discendiamo per un ora e mezz’ora fino a Chhomrong, attraversiamo di nuovo il fiume e risaliamo fino a Sinuwa, alle 1430…stanchi morti…abbiamo fatto quasi duemila metri di dislivello tutto a gradoni. L’ultimo pezzo ci ha distrutto, arriviamo che non ci reggiamo in piedi.
É stato tutto un continuo salire e scendere, non esiste la pianura, ogni tanto l’Himalaya, la dea madre del mondo, si mostra in tutta la sua potenza e poesia, ma ancora ne siamo distanti ì, ma la sola sua visione ci fa emozionare come bambini.
Arriviamo che ci fa male tutto, quando saliamo le gambe ogni tanto tremano, il sudore scende dalla fronte alla maglietta fino ai calzini.
Anche oggi la giornata è stata calda, bellissima, lungo il percorso abbiamo iniziato a incontrare un po’ di turisti, qualcuno con gli Sherpa che portavano gli zaini, qualcun altro come noi con gli zaini sulle spalle, altri completamente da soli senza guida.
Il cinquanta per cento dei turisti sono sud coreani, tutti con dei Sherpa che porteranno 40-50 kg di attrezzatura.
Ci facciamo una bella doccia calda e andiamo di sotto al ristorante, prendiamo del te bollente e ci aggiungiamo un po di rum, Dimitri si intrippa con la cartina, calcola distanze, chilometri, metri che scenderemo e metri che saliremo.
Domani arriveremo a 3200m, saliremo di 1000m in 8 ore e iniziamo a preoccuparci: ce la faremo o ci sentiremo male, io non ho esperienza di queste cose e non so come il corpo reagirà.
Ne parliamo con Babu, ci guarda, si mette a ridere e ci dice: voi potete arrivare anche a 6000 metri senza avere nessun problema, siete forti e camminate tanto.
Infatti pure oggi ci abbiamo messo 3 ore in meno del tempo previsto.
Poi, visto che al ritorno ripasseremo di qua, decidiamo di lasciare più oggetti e vestiti possibili, così iniziamo a levare grammo dopo grammo dallo zaino.
É notte e inizia a far freddo, così ordiniamo una bella zuppa calda e iniziamo a parlare con Babu che ci racconta un po’ la sua storia e vita, i suoi desideri, le sue speranze, i suoi amori i suoi peccati, i suoi lati positivi e negativi, tutti molto uguali a quelli nostri.
Così tra una cazzata e l’altra alle 1930 andiamo a dormire.
Babu ci rimedia due coperte a testa e dormiamo da dio e anche se la camera è fredda ed entrano spifferi da tutte le parti dormiamo che abbiamo anche caldo.