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Mescalina Backpacker

Da Palas de Rey ad Arzua

Notte insonne con i miei compatrioti di Chia, che oltre ad essere molto socievoli, hanno pernottato nel mio ostello e ci hanno sfracellato i timpani con il loro continuo russare, quasi uguali alle motoseghe e decespugliatori della notte prima, ma un pò più ingolfate.

Sono tipo le 5, mi alzo dal letto che è ancora buio e mi faccio una doccia quasi fredda per svegliarmi.

Vado su in lavanderia, prendo i miei vestiti messi ad asciugare e mi accorgo che sono leggermente umidi (fracichi) cosi decido di partire solo con il Kway senza mutande né calzini… tanto i vestiti si asciugheranno lungo il tragitto.

8.1

Scendo di sotto nel solito ascensore, ormai diventato un incubo e dopo mezz’ora, trovo l’hole… vorrei aspettare i miei amici cosi ordino la colazione … toast e succo di frutta… quella però non capisce tanto bene il mio spagnolo cosi invece di uno… mi fa’ quattro toast, due spremute e un bicchiere di latte.

A quel punto non me la sono sentita di rifiutare perché avrei potuto mettere in crisi la sua situazione lavorativa cosi, decido di ingurgitare il tutto, tanto durante la giornata quelle sarebbero state calorie di cui avrei potuto aver bisogno.

Gli amici non si vedono, faccio due superloffe indifferentemente, senza dare troppo nell’occhio, mi alzo e si parte.

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Dopo una discesa, imbocco un bel sentiero ma dopo circa un km di spasmi sono costretto ad imbucarmi in un boschetto perché gli alimenti ingurgitati avevano avuto una strana reazione all’interno del mio intestino.

Sono circa le 6 e 15, mi mimetizzo come Rambo dietro un albero, vado in trans agonistica e mi lascio andare.

I pochi esseri viventi che erano sopravvisuti dalla bomba termonucleare del giorno prima questa volta non hanno scampo.

Credo di essermi lasciato andare troppo perché nel rialzarmi, faccio un brusco movimento e le gambe ancora addormentate non reggono l’impatto cosi faccio qualche passo indietro e scivolo aimè con lo zaino sulla Torta al cioccolato.

Non ho più carta con me, così mi metto alla ricerca, seguendo i consigli del manuale scritto da Bear Grills che porto sempre con me, di grandi fogli di Baobab o Palme per pulire lo zaino.

Ma qui non siamo in Africa o nell’Amazzonia, le uniche foglie che trovo sono quelle secche cadute dalle piante, ne prendo una manciata e cerco di camuffare con terra e pagliuzze l’affresco che ho dipinto sullo zaino, mi faccio coraggio e riprendo il cammino.

Quando riprendo la strada incontro degli amici di Padova, facciamo qualche passo insieme e non so’ perché mi fanno notare che in quella zona c’e’ un forte odore.

Io gli dico che un po’ più giù avevo visto delle vacche ma loro mi dicono che la vacca l’avevo sullo zaino.

Cosi gli racconto la mia storia e mi regalano gentilmente un paio di mutande nuove perché quelle che avevo erano ancora umide.

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WallyLalli racconta 7° puntata - Alcool e Incontri Parte due
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