BELGIO Storia – Breve riassunto della storia Belga
I primi segni ufficiali dell’attività umana in Belgio sono datati attorno al 1750 a.C., nell’età del bronzo.
Nel 51 a.C. il Belgio venne conquistato dalle legioni di Giulio Cesare.
Entrando a far parte dell’Impero Romano e iniziò a prosperare.
Dopo la caduta dell’Impero Romano, le tribù germaniche iniziarono ad invadere le Gallie.
Il primo regno importante fu quello dei Merovingi con Clodoveo I il quale si convertì al cristianesimo.
La dinastia merovingia durò relativamente poco e nell’8° secolo venne sostituita dalla dinastia Carolingia con Carlo Magno.
I territori del dominio franco vennero divisi e riuniti per diverse volte nel corso dell’Alto medioevo.
Alla fine furono divisi tra Regno di Francia che si prese la contea delle Fiandre e il Sacro Romano Impero che con il tempo perdette il controllo effettivo del territorio.
Si formarono staterelli indipendenti tr.a loro.
Tra cui la Contea delle Fiandre, il Marchesato di Namur, il Ducato di Brabante, la Contea di Hainaut, il Ducato di Limburg, il Lussemburgo e il Principato vescovile di Liegi.
Nel 200/300 molte città, tra cui Ypres, Anversa e Bruges riuscirono a ottenere l’indipendenza e iniziarono a prosperare.
La maggior parte del territorio entrò a far parte prima dei domini dei Borgogna e successivamente del dominio asburgico.
Nel 400-500, alcune città belghe, come Anversa, Bruxelles, Ypres, Bruges e Gent diventarono tra le città più prospere d’Europa.
Verso la metà del ‘500 le province settentrionali dei Paesi Bassi diventarono di religione protestante.
Mentre quelle meridionali restarono di fede cattolica.
Dopo l’ascesa al trono di Filippo II, il re spagnolo tentò di estirpare la religione protestante, dando così inizio alla Guerra degli ottant’anni.
Anversa nel Seicento restò una delle maggiori città commerciali d’Europa.
Dopo il Trattato di Utrecht del 1713, gli attuali territori del Belgio e del Lussemburgo, passarono sotto il dominio degli Asburgo d’Austria.
Con lo scoppio della Rivoluzione francese nel 1789 i Paesi Bassi austriaci dichiararono la loro indipendenza.
Ma vennero rioccupati l’anno successivo dalle truppe asburgiche.
Le truppe della Francia rivoluzionaria invasero i Paesi Bassi austriaci nel 1795.
Con il Trattato di Campoformido del 1797 l’Austria confermò la cessione dei Paesi Bassi meridionali.
Fino all’instaurazione del consolato nel 1799 i cattolici venivano perseguitati dai francesi.
L’Università di Lovanio venne chiusa nel 1797, i sacerdoti venivano considerati come criminali e le chiese venivano saccheggiate.
Durante l’iniziale dominazione francese l’economia belga si trovava paralizzata.
Fu proibito esportare dal porto di Anversa, dovevano essere pagate pesanti tasse in moneta d’oro e d’argento, mentre la merce francese doveva essere pagata con gli assegnati.
Durante questo periodo circa 800.000 belgi fuggirono dai Paesi Bassi meridionali.
Con il motto “una nazione, una lingua” il francese divenne l’unica lingua accettata nella vita pubblica e negli affari.
Le successive misure del governo francese causarono lo scoppio della Guerra dei contadini (Guerre des Paysans).
La dominazione francese durò fino al 1814.
Proprio in Belgio, a Waterloo, ebbe luogo l’ultima campagna di Napoleone Bonaparte prima di venire esiliato nell’Isola di Sant’Elena.
Dopo la sconfitta di Bonaparte le maggiori potenze dell’epoca si accordarono al Congresso di Vienna per riunire gli antichi Paesi Bassi austriaci con l’ex repubblica delle Province Unite.
Creando il Regno Unito dei Paesi Bassi, il quale serviva da stato cuscinetto a un’eventuale invasione francese.
Il regno venne dato a un re protestante, Guglielmo d’Orange.
Nell’agosto del 1830 scoppiò la rivoluzione.
Aiutato dalle forze armate francesi, ma anche grazie al tacito appoggio della Gran Bretagna, il Belgio si trovò a lottare per la sua indipendenza contro gli olandesi.
Un “vertice” diplomatico europeo convocato a Londra da Talleyrand dichiarò infine l’indipendenza del Belgio sotto la dinastia di Sassonia-Coburgo-Gotha.
Le forze politiche che promossero l’indipendenza belga furono la Chiesa cattolica e i pensatori liberali.
Sebbene la rivoluzione fosse iniziata con alcune rivendicazioni al Re dei Paesi Bassi, ben presto degenerò in lotta armata.
Le potenze europee temevano che il Belgio potesse diventare una repubblica oppure venisse annesso dalla Francia.
Così intervennero e trovarono in Leopoldo della Casa Sassonia-Coburgo la soluzione del problema.
Il nuovo re si insediò nel luglio 1831.
I Paesi Bassi lottarono ancora per almeno otto anni, ma alla fine riconobbero l’indipendenza belga con un trattato firmato nel 1839.
Il Belgio diventò una monarchia costituzionale.
Uno dei problemi maggiori per il nuovo regno fu, fin dall’inizio, la questione linguistica.
Il francese divenne lingua ufficiale del Belgio già dal 1830.
La vita culturale del Belgio ottocentesco fu fortemente influenzata da quella francese.
In risposta a questo fenomeno ci fu un crescente spirito di nazionalismo tra la popolazione fiamminga.
L’obiettivo della parità linguistica fu raggiunto soltanto negli anni venti e trenta del Novecento.
La cultura vallone, dopo un lungo periodo di ristagno, visse a partire dalla fine dell’Ottocento una forte rinascita.
Nella Conferenza di Berlino del 1884-85 venne attribuita a Leopoldo II del Belgio la regione africana del Congo, chiamandola Stato Libero del Congo (poi conosciuta come Congo belga).
ll Congo fu una sorta di possedimento personale di re Leopoldo, il quale fece installare diversi empori commerciali lungo il fiume Congo.
Nel 1908 la sovranità del Congo venne trasferita al Regno del Belgio dopo una serie di considerevoli pressioni a seguito di numerose segnalazioni di abusi perpetrati contro la popolazione indigena.
Subito dopo lo scoppio della prima guerra mondiale, l’Impero tedesco invase il Belgio per poter conquistare facilmente Parigi.
L’esercito belga, seppur nettamente inferiore, riuscì a tenere testa a quello tedesco per circa un mese, permettendo agli alleati franco-britannici di riorganizzarsi e preparare la controffensiva della Marna.
L’avanzata tedesca venne fermata ad Yser.
Re Alberto I restò in Belgio, mentre il governo si rifugiò a Le Havre in Francia.
Le Fiandre videro alcune tra le più grandi perdite di vite umane di tutto il conflitto tra cui le due battaglie di Ypres.
Il sentimento di identità fiammingo crebbe proprio in occasione di questi eventi.
Dopo quattro anni di guerra, il Belgio fu ridotto in macerie.
Il re ritornò da Yser, il frammento di territorio che riusciva a controllare durante la guerra, acclamato dalla popolazione.
Il governo invece rientrò in modo più silenzioso.
Dopo la liberazione del novembre 1918 il Belgio venne percorso da un’ondata di violenze nei confronti di coloro che avevano collaborato con i tedeschi.
La guerra la Lega delle Nazioni assegnò al Belgio le ex colonie tedesche del Ruanda e del Burundi.
Dopo un periodo di alleanza con la Francia, negli anni trenta il Belgio tornò alla neutralità.
Nel 1939 scoppiò la seconda guerra mondiale; il governo belga annunciò la sua neutralità.
L’invasione del Belgio da parte della Germania nazista, che faceva parte della più ampia battaglia di Francia, iniziò il 10 maggio 1940.
Venne sottomesso in sole due settimane e fu liberato dalle forze alleate negli ultimi mesi del 1944.
Tra la fine del 1944 e il 1945 il Belgio fu teatro di aspre battaglie, tra cui l’offensiva delle Ardenne.
Dopo la Seconda guerra mondiale sorse una discussione riguardante la condotta di re Leopoldo III durante il conflitto.
Tale polemica, nota in Belgio come question royale, portò nel 1951 alla sua abdicazione in favore del figlio Baldovino.
Tra il 1945 e il 1975, beneficiando degli aiuti statunitensi (Piano Marshall), il Belgio conobbe un’impressionante crescita economica.
Anche grazie all’immigrazione da Italia, Spagna, Portogallo e Turchia verso i bacini carboniferi della Vallonia.
L’immigrazione di lavoratori italiani subì uno stop dopo il disastro di Marcinelle (1956), in cui morirono 262 minatori.
Il Belgio divenne inoltre uno dei membri fondatori dell’unione del Benelux (1948), della Comunità europea del carbone e dell’acciaio (1952), con la firma del Trattato di Roma della Comunità economica europea (1957).
Nei decenni successivi le istituzioni UE si concentreranno a Bruxelles.
Nel 1960, il Belgio concesse l’indipendenza al Congo-Kinshasa, oggi Repubblica Democratica del Congo.
Nel 1964 fu indetto uno sciopero dei medici per opporsi alla posizione assunta dal governo, che voleva l’instaurazione di un sistema di sanità pubblica.
Tra il 1970 e il 2001 il governo belga varò una serie di riforme che cambiarono profondamente l’assetto istituzionale dello stato.
Da stato unitario il Belgio si trasformò in stato federale.
Alla morte di re Baldovino, suo fratello minore divenne re dei Belgi con il nome di Alberto II.
Nel 2002 l’euro rimpiazzò il franco belga come moneta corrente.
Nel 2003 il Belgio si oppose insieme alla Francia e alla Germania all’intervento statunitense in Iraq.
In quel medesimo anno, il Belgio è diventato il secondo stato al mondo, dopo i Paesi Bassi, a riconoscere i matrimoni tra le persone dello stesso sesso.
Nel periodo compreso tra il 13 giugno 2010 e il 6 dicembre 2011, in Belgio si verificò la più lunga crisi di governo al mondo, durata 541 giorni.
L’impasse politico si risolse con la nomina a primo ministro del socialista vallone di origine italiane Elio Di Rupo.
Il 21 luglio 2013, festa nazionale, il re Alberto II ha abdicato dopo oltre vent’anni di regno, permettendo a suo figlio Filippo di divenire il settimo re dei Belgi.