BERAT – Dove le religioni uniscono e non dividono
BERAT
Berat o Berati, 60.000 abitanti, distante 100 km da Tirana, chiamata e conosciuta come “la città delle 1000 finestre”, finestre che sembrano occhi che ti osservano ovunque tu vada.
Il fiume Osum divide la città in due parti, Gorica e Mangalem, sopra al quale c’è un castello millenario a proteggerla.
Leggenda narra che i due monti che affiancano la città erano due giganti fratelli, guardiani della città chiamati Tomory e Shpirag.
La città è divisa in 4 Macro-Aree:
- Mangalem, la parte islamica, situata sotto il castello sulla sponda destra del fiume
- Gorica, la parte cristiana sulla sponda sinistra fiume. Gorica e Mangalem, sono 2 quartieri separati, situati su 2 colline, una di fronte all’altro con in mezzo il fiume Osum e collegati dal “Ponte di Gorica”, un ponte Ottomano di 7 archi, originariamente di legno, lungo 130 metri e largo 5, che si può attraversare solo a piedi.
- Castello di Berat, uno dei simboli della città, noto come Antipatrea, la gente vive ancora all’interno delle sue mura medioevali e di cui faremo un articolo apposito
- La parte nuova che si sviluppa intorno a Boulevard Republika la via pedonale principale della città. Non ci crederete ma è la parte che più mi ha colpito: parchi e giardini ben curati, bambini, anziani che giocano, caffè, negozi, bistro ma soprattutto rè qui che si percepisce la famosa armonia di cui la città è famosa.
Una delle prime città albanesi dall’illustre passato.
Una città millenaria, fondata dagli Illiri nel IV secolo a.C. e passata prima sotto il dominio romano bizantino e infine quello ottomano, riscontrabile nell’edilizia civile.
Ricca di monumenti storici, moschee ottomani, chiese ortodosse, quartieri storici e antichi castelli.
La città dalle case a 2 piani del XVIII perfettamente conservate costruite lungo le ripide colline e dalle grandi finestre sovrapposte per catturare la luce e rendere luminoso l’interno.
Berat è senza ombra di dubbio una perla nel cuore dell’Albania, una delle 2 città più turistiche e pittoresche della nazione insieme a Girocastro.
Famosa per le sue tradizionali case in stile ottomano balcanico che sono state dichiarate veri e propri monumenti nazionali.
I centri storici sia di Mangalem che di Gorica sono un dedalo di stretti, tortuosi e ciottolosi vicoli, silenziosi e affascinanti con atmosfera intima e suggestiva.
Difficile e impegnativo anche solo per camminare e da attraversare, impensabile andarci con il passeggino.
Un sali e scendi continuo tra giardini interni dove spesso ci sono vigneti centenarie e da dove si possono gustare scorci suggestivi.
Nel 1961 Berat è stata nominata città – museo mentre nel 2008 il centro storico è stato dichiarato patrimonio mondiale umanità dall’UNESCO come “raro esempio di città ottomana ben conservata!.
Inoltre per l’Unesco Berat dimostra la pacifica convivenza di varie religioni nei secoli passati ma anche nel presente.
In molte guide viene inserita tra i 7 piccoli borghi più belli d’Europa.
Un connubio quasi perfetto tra molte combinazione di culture orientali e cristiani, costumi e tradizioni, il tutto nella più completa armonia.
Un pò di tempo fa lessi un articolo sulla “Repubblica” che poi ho ritrovato sul travel blog “2backpack” in cui c’era scritto:
“la voce del Muezzin, chiara e forte, si irradia per tutte le vie del quartiere Mangalem, compreso il Boulevard della Repubblica, cuore pulsante della città che fiancheggia il fiume Osum. Nello stesso momento un Pope Ortodosso celebra un matrimonio nella vicinissima cattedrale ortodossa di San Demetrio a pochi passi dalla moschea di Piombo. Benvenuti a Berat dove musulmani e cristiani vivono in pace da centinaia di anni”.
Ecco cos’è veramente BERATI.
Ringraziamo la nostra amica Federica Fioretti che oltre a sopportarci ha realizzato tutte le foto più belle e interessanti presenti non solo su questo articolo ma su tutti i post del viaggio in Albania di MescalinaBackpacker.