CENTROAMERICA 13° Dall’Honduras a Bocas del Toro
Dall’Honduras a Bocas del Toro
La mattina lascio La Esperanza, arrivo a Tegus dove prendo un Ticabus direttamente per Managua e me ne vado a trascorrere la sera a Granada.
Da lì, la mattina lascio questa nazione, piena di contrasti, quasi completamente disabitata, dove è ancora vivo il ricordo della rivoluzione del 79, come se fosse successa ieri e me ne torno per il Costa Rica, il paese più occidentale di tutti, la Svizzera dell’America centrale.
Il mio corpo è in viaggio, ma la mia testa è rimasta a La Esperanza.
Sul bus faccio conoscenza con una ragazza, Maria, che tra un discorso e l’altro m’invita a casa sua a Punta Arenas, per cenare e trascorrere la notte nella sua casa.
Scendiamo cosi un paio di ore prima di arrivare a San Jose e con un taxi andiamo al suo villaggio.
La casa è molto semplice, lei fa l’insegnante d’inglese a una scuola privata, è stata a Managua a trovare dei suoi amici e gli fa piacere ospitare un Italiano in giro da solo con un zainetto cosi piccolo.
Ad aspettarla a casa ci sono i due suoi figli, cosi ceniamo tutti insieme, mi appoggio sul divano e mi addormento come un sasso.
La mattina mi accompagna alla fermata del bus locale per San Jose e ci salutiamo.
E’ bello fare questi incontri solo per mezza giornata, senza nessun fine, solo per la voglia di conoscere da entrambe le parti una cultura diversa. L’autobus è strapieno di persone che fanno i pendolari e studenti che vanno alla capitale, come un normalissimo treno o autobus che la mattina vanno a Roma o a Milano.
Arrivo cosi alle otto a San Jose, prendo un Taxi per la stazione dei Bus per il Sud e vado a Sixaola.
Attraverso il confine con il Panama come una lama di burro, sopra un ponticello pedonale con due guardie armate che dormono beatamente.
Arrivo a Guabito e prendo subito un taxi collettivo per Almirante, dove trovo una barca per Bocas.
In due giorni passo dalla guerra civile con morti e arresti a uno dei posti più casinari e sballati del mondo, famoso per le feste di fine estate degli americani, gli SPRING BREAK, dove le ragazze si buttano barili di birre addosso a seni nudi e i ragazzi si sballano con Marijuana e cocaina proveniente dalla Colombia.