BIRMANIA 4° Secondo giorno a Yangon – This is the Burma – G°4
THIS IS THE BURMA
Anche se abbiamo dormito poco, riusciamo a svegliarci presto.
Alle 1630 abbiamo il treno per Bagan, cosi lasciamo i bagagli alla guesthouse e decidiamo di passeggiare senza meta per qualche ora per Yangon.
Le prime due cose che colpiscono sono il caldo afoso e umido, dopo mezz’ora ho la maglietta zuppa di sudore e l’assenza totale di biciclette e motociclette, un’anomalia importante in uno dei paesi con il più alto tasso di ciclisti del mondo.
In seguito, leggo che un paio di anni fa, un ciclista per sbaglio, andò addosso a un alto funzionario dell’esercito, il quale da quel giorno, bandì qualsiasi mezzo a due ruote in tutta Yangon.
Mi aspettavo un paese che, anche se in ginocchio da 60 anni di dittatura militare, con omicidi, rapimenti, torture e annientamento totale della democrazia, rimaneva però ancora integro sotto il profilo delle tradizioni culturali e religiose, dove tutti i diavoli occidentali ancora devono entrare.
E cosi è stato.
Uomini e donne che portano i famosi Longy, la gonna di cotone, molti fumano le Cheroot, una specie di piccoli sigari, è pieno di bancarelle che preparano il betel, e uomini che le masticano e la sputano in continuazione e quando sorridono hanno tutti i denti rossi e marroni.
Non c’è ricchezza, ma neanche povertà estrema, facile da trovare in qualsiasi metropoli mondiale.
Per strada, si respira molta calma, le persone non sono asfissianti, e anche se un po’ ovunque ci sono dei lavori per fare i marciapiedi e qualche casa, è come se il tempo si fosse fermato, scorrendo lento e tranquillo.
Ogni metro, spuntano chioschetti improvvisati con qualche sedia e tavolino dove puoi sederti e per qualche centesimo mangiare tutto il menu culinario birmano.
Ogni tanto è possibile incontrare vecchie case coloniali, retaggio dell’impero inglese, ragazzi che vendono per 1$ passerotti in gabbia per liberarli e per ridarli da libertà, retaggio della cultura buddista e donne, giovani e vecchie con il Thanakha sul volto, retaggio della cultura locale, pasta cosmetica millenaria, segreto della bellezza delle donne e della loro pelle pura morbida e soffice.
Andando in giro, fermandoti a chiedere informazioni, a mangiare ai chioschetti, vedendo con occhi e mente aperta la gente che incontriamo si capisce al volo che il popolo, donne e uomini, ragazzi e anziani sono gentili, socievoli, allegri, curiosi, fieri e onesti, distanti anni, anzi millenni dai quei quattro delinquenti criminali, che hanno in mano da decenni il futuro e la vita di queste persone cosi uguali a noi, popolo italiano.
É passato un giorno da quando sono arrivato, ma mi sento subito a mio agio, ho la sensazione, mai provata prima nei miei viaggi, come se non potesse capitarmi niente, e come se fossi stato qui infinite volte, nelle mie vite passate.
QUESTA É LA BIRMANIA! DIVERSA DA OGNI ALTRO PAESE DA VOI CONOSCIUTO… Kipling