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POL POT E I KHMER ROSSI

Il 19 Maggio del 1925 in Cambogia nasce Saloth Sar, conosciuto come Pol Pot.

pol pot

Pol Pot

Di lui si dice che sia stato un pazzo, un visionario, un utopista, un carnefice, un nazionalista, un fanatico, un estremista, un criminale, un anticolonialista.

Terzani lo definisce sacrilego ma affascinante, uno di quelle persone che fa parte di quel cerchio dove ci sono Hitler, Mao, Stalin, Saddam Hussein, Gheddafi, Noriega e tanti altri.

Da giovane studia a Parigi, torna in patria nel 1951, fonda il Partito Comunista di Kampuchea e nel 1963, in opposizione al governo filo-americano di Lon-Noi organizza un movimento rivoluzionario di guerriglieri i cui aderenti sono noti come i Khmer Rossi.

Il 17 Aprile 1975 prende il potere e diventa primo ministro.

POL POT ha un sogno, un utopia, creare una società su base comunista contadina.

Il potere del proletariato deve distruggere la borghesia, ma se in Europa è solo Utopia, in Cambogia ci riesce, in un misto tra Mao, Lenin, Stalin e Marx.

Pol Pot e i Khmer Rossi volevano fare una altra e nuova società, una società di uguali e da lì creare l’uomo nuovo.

Pol Pot, intellettuale e storico, capisce e vede che la vecchia e gloriosa Cambogia, la Cambogia dei Khmer e di Angor, la Cambogia dei guerriglieri e dei templi è ormai solo una prostituta fisica e mentale al servizio degli occidentali.

Il popolo ha completamente dimenticato il suo glorioso passato, le campagne sono vuote, tutti vivono nelle città e sopravvivono con i commerci di contrabbando, droga, puttane, alcool e furti.

E allora Pol Pot decide di resettare il popolo Cambogiano, vuole un popolo senza più memoria per crearlo secondo i suoi principi e idee, facendo dei programmi radicali e statalizzando tutto e tutti.

Nasce cosi l’anno 0 per la Cambogia, un periodo che in 4 anni porterà alla morte il 25% della popolazione Cambogiana, un genocidio con la più alta percentuale tra popolazione e numero di morti che tutta la storia ricordi.

pol pot

Ma cosa fa Pol Pot?

Come prima cosa chiude ermeticamente il paese, nessuno entra e nessuno esce, non ci dece essere più nessuna interferenza e influenza straniera.

In 24 ore la capitale, Phnom Penh, viene completamente evacuata e i suoi 2 milioni di abitanti trasferiti in campagna, in campi di lavoro.

Subito dopo tocca a tutte le altre città.

Ed è solo l’inizio.

Nel giro di poche settimane tutto il popolo è ridotto in schiavitù, ai lavori forzati con esecuzioni di massa senza precedenti.

pol potPer decidere se uno doveva vivere o morire, lo si metteva sotto a una pianta di cocco, se sapeva arrampicarsi era un contadino e viveva se non era capace lo si giustiziava.

Vengono uccisi impiegati, postini, banchieri, dottori, avvocati, ingegnerei, politici, commercianti, bonzi, professori, portatori di handicap.

Tutto in poche settimane.

Ovviamente il mondo era all’oscuro di tutto e un giorni Pol Pot fa un annuncio a tutti i Cambogiani residenti all’estero: tornate, costruiamo una Nuova Cambogia, insieme.

In migliaia prendono il primo aereo per la Cambogia e appena sbarcati a Phnom Penh vengono tutti uccisi, direttamente all’aeroporto.

Pol Pot prende spunto e si  ispira al libro di Orwell, 1984, la Cambogia sembra un film governato dal Grande Fratello.

Pol Pot diventa il fratello numero 1.
Nuon Cheo, fratello numero 2.
Ieng Sary, fratello numero 3.
Khieu Samphan, fratello numero 4.

E così, ogni membro, a secondo della sua importanza gerarchica diventa un fratello.

pol pot

Tutti devono essere vestiti con una casacca nera abbottonata fino al collo; auto, attrezzature mediche, macchinari, elettrodomestici, matite, penne sono distrutti e bruciati.

Coltelli, pentole, forchette, religioni, soldi, attività sportive, proprietà privata, manifestazioni di affetto, baci, abbracci, lamentele, liti e pianti in pubblico, tutto diventa illegale.

Scuole, case, chiese, banche, poste demolite.

La famiglia, deve essere e viene distrutta.

L’educazione scolastica viene svolta solo nei campi di educazione.

Tutta la Cambogia diventa un immenso campo di lavoro, dove si lavora solo a mano.

Il paese è pieno di Killing Field, campi di sterminio dove la gente veniva uccisa non con i proiettili, troppo costosi, ma con maceti, aste, botte, qualsiasi cosa si trovava e i bambini erano sbattuti contro gli alberi.

La gente inizia a suicidarsi, si è fortunati se si trova qualche topo da mangiare ed era molto frequente il cannibalismo con chi era morto.

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E chi aspetta la parte pratica di questa rivoluzione? Chi esegue gli ordini di Pol Pot e i generali dei Khmer Rossi?

Ragazzi da 14 ai 18 anni, drogati e ridotti alla tossicodipendenza, completamente fuori di testa che pensano solo a uccidere con una crudeltà inimmaginabile.

Quando i Vietnamiti nel 78, dopo 4 anni entrano e sconfiggono i Khmer trovano un paese, tutto il paese, alla fame, in giro ci sono solo pezzi di cadaveri e macerie, i pozzi sono pieni di cadaveri, le città sono vuote e nelle campagne ci sono malaria e malattie.

Pol Pot inizia a vivere in clandestinità e di lui si perdono le tracce, ma è ancora lui che comanda i Khmer Rossi che tengono il paese in guerra civile fino agli anni 90.

Poi d’improvviso riappare, siamo nei primi anni 90, ora i Khmer sono amici del nuovo governo, vogliono barattare Pol Pot in cambio di amnestie e leggi ma muore nel 96 prima di essere catturato.

Si dice che alcuni gerarchi abbiano volutamente causato la morte di Pol Pot per non farlo cadere nelle mani del Tribunale Penale Internazionale per essere processato per crimini contro l’umanità e genocidio.

Ma qui sorge una domanda, ma in questi quattro anni gli Europei e gli Americani dove stavano?

Perché non hanno fatto niente?

Non ditemi che i Marines americani avevano paura di 4 ragazzi minorenni tossicodipendenti, non ditemi che la Cia non sapeva nulla.

Certo, ancora c’era da risolvere la guerra in Vietnam, ma non ditemi che forse qualcuno non voleva tutti questi innocenti morti  e questo qualcuno forse sta nella parte che la storia ci dice che si chiamano Buoni

Tutt’oggi solo tre leader sono stati processati e condannati, molti e i più importanti hanno addirittura usufruito di amnestie ad hoc per motivi di ordine pubblico.

Tre libri molto interessanti per capire meglio Pol Pot e i Khmer: “Pelle di Leopardo”, “La fine è il mio inizio”, entrambi di Terzani e “Ho creduto nei Khmer Rossi, ripensamento di un illusione” di Ong Thong Hoeung.

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