Castello di Bagnolo: memorie storiche e testimonianze archeologiche
CASTELLO DI BAGNOLO
Luogo di accesi scontri tra Ortani e Gallesini nel 1485 e obiettivo strategico, il Castello di Bagnolo di Orte e le sue estese proprietà, dipendenti sempre dalla comunità monastica, prima maschile e poi femminile, di San Silvestro in Capite compone e mantiene sino al 1858 una tenuta di estensione cospicua, la cui forma, nonostante i cambiamenti derivati dall’attuale suddivisione fra proprietari diversi rimane sostanzialmente invariata.
Consentendo di procedere a ritroso e abbastanza agevolmente nel restituire un’identificazione topografica precisa alla maggior parte degli elementi fisici, dei caposaldi e delle ripartizioni su cui si sono fondati i suoi assetti passati.
Disponibilità di boschi, abbondanza di acqua, campi, pascoli, vigneti e resti di abitazioni rurali connotano l’intera superficie, nella quale sono distribuite casae tenute dai coloni che lavorano la terra.
Questo è il paesaggio che si deduce dalle fonti del X secolo, nella porzione rimasta libera e confinante con i beni dei monasteri di San Giovenale e di San Cristoforo, entrambi collocati a ridosso dell’attuale limite amministrativo di Gallese, tra il quarantesimo ed il cinquantesimo miglio di distanza da Roma in territorio Ortano.
Intorno alla metà dell’XI secolo, approfittando della relativa ricchezza dimostrata dai luoghi e della presenza di una discreta comunità, la potente famiglia romana dei Crescenzi vi fonda il castellum de Bangolu o Bagnolo, dotandolo di pertinentia e tenimentu(m).
Il punto prescelto anche insiste sulla variante altomedievale della via Amerina, da Orte a Gallese per San Cristoforo e San Giovenale, a sua volta impostata su un tracciato più antico, e sul crocevia creato dalla diramazione, ad esso perpendicolare, di servizio agli antichi praedia e alla viabilità principale diretta a Vasanello.
Per quanto concerne l’origine del toponimo il Leoncini, con un passo riferito prevalentemente al limitrofo monastero di San Cristoforo e alle preesistenti cisterne romane in calcestruzzo, riporta:
«dove per alcuni canali di piombo si conduceva l’acqua, servendo detta grotta per Bagno, di qua credo sia derivato il nome di Bagnolo per questo Bagno per quanto dicono li vecchi, hora serve per ridotto di bestiami. Ivi vicino è un’anticaglia, ove era una chiesa credesi fosse un monastero di frati, et dicesi S. Maria di Colle Santo, ove si è trovato un tesoro a nostri tempi».
Per quanto riguarda il castello di Bagnolo di Orte sono scarse le testimonianze archeologiche per una sua ricostruzione.
Le uniche strutture archeologiche superstiti sono le stalle, oggi ristrutturate e inglobate all’interno di un’azienda agrituristica, il ponte e le strutture avvistate dalla Nardi nel 1974 in occasione di lavori agricoli che avrebbero portato alla luce, nei terreni oggi coltivati, le mura di fortificazione del castello,
il ponte costruito nei pressi del castello, sul Fosso Bagnolo, è attualmente visibile soprattutto negli interventi di ricostruzione e sopraelevazione del XV e XVI secolo e rappresenta, probabilmente già all’epoca, un elemento fondamentale per tenere collegate le principali parti del tenimento separate dal corso d’acqua del Rio delle Radicare.