Sulle strade del Kenya. Una mzungu tra le contraddizioni dell’Africa di Diana Facile
Sulle strade del Kenya, il racconto di un viaggio in solitaria nella terra dei Masai
“Prends ton temps” usano dire in Africa quando ti vedono pressato dalla fretta. Non è il tempo a gestire te, sei tu a gestire il tempo”
Il viaggio è impresso nel suo DNA come il colore degli occhi e dei capelli.
Da qualche anno ha aperto con grande successo il travelblog www.laglobetrotter.it
E dal 24 settembre è in vendita sia librerie che online il suo nuovo libro.
“Sulle strade del Kenya. Una mzungu tra le contraddizioni dell’Africa” edito dall’Alpine Studio.
Lei è Diana Facile, meglio conosciuta come Diana la Globetrotter.
E sarà proprio lei a presentarci il suo libro.
Sulle strade del Kenya. Una mzungu tra le contraddizioni dell’Africa è il racconto di un viaggio zaino in spalla, da sola e low budget, in uno dei paesi africani più turistici che ci sia.
Non era la prima volta che affrontavo un viaggio di questo tipo e non avrei mai immaginato che mi avrebbe turbata tanto.
Sia dal punto di vista organizzativo che emotivo.
Da questo conflitto è nata l’idea di scrivere un libro sul Kenya.
Una serie di racconti, tredici, uniti dal filo conduttore dell’itinerario e focalizzati sulle esperienze vissute con i locali nelle cinque settimane trascorse laggiù.
Il Kenya è gettonatissimo e accoglie visitatori da tutto il mondo, con una buona percentuale di italiani che hanno “colonizzato” la zona di Malindi: se non fosse per il colore della pelle dei locali, non ti sembra nemmeno di essere in Kenya.
Generalmente gli stranieri scelgono la costa come base per pernottare negli splendidi resort a prezzi irrisori e da lì organizzano escursioni e safari alla scoperta delle bellezze naturali del paese.
Io, per qualche oscura ragione, sono allergica ai resort e alle vacanze rilassanti per cui ho scelto di fare un viaggio diverso, itinerante, in cerca della vera bellezza del Kenya: la sua gente.
Dopo una decina di giorni trascorsi tra le zone di Mombasa e Malindi, dove ho toccato con mano gli effetti nefasti del turismo di massa sulla popolazione locale, mi sono rimessa lo zaino sulle spalle e passando per il lago Naivasha, Nakuru e Kakamega Forest, ho raggiunto il lago Vittoria da cui ho congedato il Kenya, alla frontiera con l’Uganda.
Oltre 1.600 chilometri tra treno, minivan e moto-taxi con l’intento di calarmi il più a fondo possibile nella vita quotidiana del Kenya.
Cercando di intessere relazioni genuine con gli abitanti di un paese in cui il turista indossa i panni del mzungu, il bianco, con tutte le connotazioni positive e negative di cui questa parola si carica ai loro occhi.
Ed ecco spiegata la ragione del titolo: Sulle strade del Kenya. Una mzungu tra le contraddizioni dell’Africa.
Non è stato un viaggio facile, tutt’altro.
È stato un viaggio duro, complicato, combattuto, in lotta perpetua per liberarmi della connotazione di mzungu e assumere quella di persona.
Alla fine ci sono riuscita e le ultime tappe del viaggio mi hanno messa a confronto con il vero Kenya, quello fatto di umanità, generosità e ospitalità.
Il Kenya che mi aspettavo di trovare fin dall’inizio e che cerco di raccontare con onestà e sincerità, nel bene e nel male, sperando di fornire qualche spunto di riflessione (sul viaggio e sulla vita in generale).
Diana Facile
Tra i tanti vi consigliamo di leggere due articoli:
Il primo che parla del suo libro, il secondo del viaggio tra Senegal e Mali, che tra l’altro è arrivato secondo a un concorso letterario nazionale).