IRAN 8° Esfahan cosa abbiamo fatto day 1
ESFAHAN day 1
Dopo un ora e mezza di bus da Kashan, arriviamo a Isfahan.
Come al solito la stazione dei bus sta in periferia, così prendiamo un taxi per il costo di 1€, ci facciamo portare al Totia Hotel (L.P.), posiamo i bagagli, pranziamo al ristorante di fronte, Azam Beryani e via, alla scoperta di Isfahan.
Isfahan, la città che R.Byron, nel libro Via per Oxiaca del 1937, ha definito uno dei quei rari luoghi, come Atene o Roma, dove l’umanità trova comune sollievo.
Ishahan nesf-e jahan: Isfahan è la metà del mondo, diceva una rima del XVI secolo, incuriositi da queste parole non vediamo l’ora di scoprire questo gioiello.
Fondata nel 600 d.C., 1.600.000 abitanti, 1600m slm, a piedi dei monti Zagros, bagnata dal fiume Zayandeh, Isfahan è uno dei principali poli commerciali, nucleari, siderurgici e petroliferi dell’Iran con acciaierie, raffinerie, coltivazione e lavorazione di cotone, tabacco, grano, seta e lana.
Una città conservatrice, molto meno caotica di Teheran, con molte boutique di moda femminile, cinema, università, famosa per i suoi giardini pubblici persiani e lunghi viali alberati.
Tutta la sua importanza la deve allo Scia Abbas I il quale fece costruire la maggiorparte delle moschee che sono una ricchezza architettonica di tutto il mondo, con quei mosaici di piastrelle azzurre che sprigionano equilibrio e grandezza.
Quasi per caso, arriviamo alla Piazza Imam Khomeni, più comunemente conosciuta come:
– MEYDAN NAQSH-E JAHAN -Piazza metà del mondo-, la seconda piazza più grande al mondo dopo Piazza Tienammen a Pechino, lunga 512m e larga 163m. Eleganza e armonia allo stato puro con fontane, dichiarata patrimonio mondiale dell’Unesco, dove già 400anni fa si giocavano partite di Polo.
In mezzo ci sono tutte fontane che ogni tanto spruzzano dell’acqua, creando un gioco di luci veramente coinvolgente.
Nella Piazza si trova la:
MASJED-E SHAN,o Masjed-e Imam, la Moschea dell’Imam, la porta per il paradiso.
Costruita sotto lo Scià Abbas 250 anni fa, in stile Safavide, presenta dei mosaici unici, coinvolgenti e mozzafiato. Le piccole imperfezioni nella loro simmetria, è una scelta volutà dagli architetti, per mostrare tutta la loro umiltà e inferiorità di fronte ad Allah, l’unico essere perfetto e inavvicinabile. Se vi mettete sotto l’Iran più grande, proprio al centro e parlate, potete sentire un effetto eco-microfono naturale allucinante.
Nella moschea non c’è nessuno e l’assenza totale delle persone rende tutto molto metafisico e alienante.
É la prima moschea che vediamo e in cui entriamo in Iran e rimaniamo stupefatti.
Nella piazza c’é anche:
– MASJED-E SHEIKH LOTFOLLAH, moschea dello Sceicco LoftOllah
– PALAZZO ALI QAPU,
Ma non entriamo preferendo fare un giro nel BAZAR-E BOZORG, perdendoci, letterarmente nei sui vicoli pieni di botteghe millenarie di tappeti, spezie, frutta secca e argenteria, moschee e caravanserragli.
Inizia a far notte e inizia a far freddo, ritorniamo all’hotel, fermandoci da un antico forno per strada per mangiare la pizza tipica Iraniana, cotta all’istante.
Ci cambiamo al volo, doccia, ci mettiamo gli indumenti da neve e riusciamo subito.
Passeggiamo per Abbasi St fino al:
– POL SI-O-SEH, ponte a tre archi, lungo 130m, uno dei luoghi piú frequentati della città, con un via vai continuo di giovani Iraniani. Sia ponte che diga, la sera è tutto illuminato, con un gioco di luci e ombre veramente ben riuscito. É uno degli 11 ponti di Esfahan, e uno dei quatto di epoca Safavide, gli altri sono tutto moderni.
Al di là del ponte c’è il Quartiere Armeno di Jolfa.
É pieno di ragazzi e ragazze che tranquillamente passeggiano, non curanti della nostra presenza.
Ci fermiamo a cena da un riatorante consigliato dalla L.P., Restaurant Shahrzad, molto raffinato e elegante, frequentato dalla borghesia di Esfahan.
Usciamo, è tardi, ora troveremo rapinatori ogni metro, stupratori in ogni angolo e ladri ovunque….sono le 2300…
E invece, c’è ancora più gente del pomeriggio, è un freddo polare e in giro ci sono famiglie con il passeggino, locali pieni di ragazzi che ridono e scherzo.
Le vie sono tutte illuminate, le macchine strombazzano, qualcumo ci ferma, ci saluta, vuole conoscere il nostro nome, da dove veniamo e ci invitano a prendere un te con loro…..cazzo……forse abbiamo sbagliato paese….forse siamo gia morti, non ci rendiamo conto ed è tutto un sogno…..