MEDIO ORIENTE 19° Racconto della giornata a Gerusalemme – G°17
Sono gli ultimi giorni del viaggio in Medio Oriente.
Sono partito da Beirut in Libano, sono stato a Damasco e da lì in Siria del nord visitato città e luoghi che oggi sono soltanto un ricordo.
Ho tagliato la Siria in due fino ad arrivare a Petra e al Wadi Rum in Giordania.
Da Amman sono entrato attraverso il “King Hussein Bridge” in Israele.
E da ieri sera mi trovo a Gerusalemme, per questi ultimi giorni del viaggio.
Domani e dopodomani ho in mente di visitate la Palestina.
E cosi oggi ho tutta la giornata a disposizione per conoscere e vedere con i miei occhi la “Città Santa”.
L’ostello si trova appena fuori la porta di Damasco, uno dei punti di accesso più turistici e famosi.
E cosi, lonely planet in mano, alle 7 sono già in giro.
Capisco subito Gerusalemme, non si deve capire.
Metto la guida nello zainetto e inizio a girare senza senso, proprio come mi piace a me.
Una città “trofeo” per le tre religioni che si fanno guerra da più di 2000 anni.
Emblematica, affascinante, spirituale, labirintica, allucinate, ma l’aggettivo che più mi piace per descriverla è “METAFISICA”.
La città vecchia racchiusa da un muro con 8 porte non è per niente grande, ma dentro c’è un universo diviso in 4 spicchi: Ebraico, Mussulmano, Cristiano e Armeno.
Sei nel quartiere ebraico tutto pulito, ordinato, senza un rumore, attraversi la strada e ti ritrovi in quello islamico, caotico, sporco, confusionario con i bambini che se ti addentri un pò più all’intento provano a tirarti i sassi.
In un attimo ti ritrovi tra chiese Armene e Etiopi o sulla “Via Dolorosa”, quella della Via Crucis.
Passeggio tra Sinagoghe, Suq, posti di blocco, militari con fucili, turisti in gruppo e pochissimi ragazzi backpacker come me.
E vi dico la verità, quanto cazzo mi è piaciuto questo continuo cambiamento, anche in pochi metri, tra questi universi, differenti come il giorno e la notte.
Non so cosa ho visto perchè è stato come fare un viaggio dentro un documentario.
La MOSCHEA AL–AQSA e la CUPOLA DELLA ROCCIA, sono state solo l’inizio.
Arrivare nella piazza più blindata del mondo e toccare con le mie mani il MURO OCCIDENTALE O MURO DEL PIANTO è stato un battito quasi da infarto.
Entrare nella BASILICA DEL SANTO SEPOLCRO sulla collina di Golgota è stato come avere la “storia” davanti a me.
Non so nemmeno io come esco dalla città, a piedi vado sul Monte degli Ulivi, da cui si ha un panorama di tutta Gerusalemme.
Torno alla parte vecchia fino a mezzanotte, quando esausto torno all’ostello.
Rimango “5” giorni e 4 notti a Gerusalemme, il primo quando sono arrivato, il giorno appena trascorso, i due successivi in cui farò due esclusioni fai date in Palestina e l’ultimo quando partirò per tornare a casa.