Giorni selvaggi di William Finnegar
GIORNI SELVAGGI, una vita sulle onde
Giorni Selvaggi di William Finnegan, uscito nel 2015, è un autobiografia dello stesso autore dalla sua nascita a New York nel 1952 fino ai giorni d’oggi e ai suoi 60 anni.
Finnegan ripercorre la sua vita con una costante.
Come dice anche il titolo, con un filo conduttore che si chiama “ricerca delle onde” e poi surf e ancora surf, ovunque, comunque e dovunque.
Un surf visto, analizzato e vissuto come una droga che lo prende da bambino e non lo lascia più.
Quella dell’autore è la generazione di Kerouak, degli Hippy, dell’AntiVietnam e della ribellione interiore.
Una ribellione che gli farà lasciare l’università per intraprendere insieme a un amico il giro del mondo da Ovest a Est.
Con un unico scopo, cavalcare tutte le onde possibili passando per Polinesia, Australia, Indonesia, Sri Lanka, Sud Africa e l’Europa.
Un viaggio nel mondo del Surf e dei ragazzi che a 30 anni si ritrovano ancora senza un futuro chiaro ma con un passato vissuto come si voleva da primo all’ultimo secondo senza nessun rimpianto e rimorso.
Finnegar è un Martin Eden del Surf, senza droghe e puttane ma con quell’infinità energia interiore più forte di tutto.
Un Peter Pan della vita che lo porterà a vagabbondare per le spiaggie e le onde piú belle del mondo con una rara fanciullezza Pascoliana.
Premio Pulizer nel 2016, una biografia che ha poco di autocelebrativo anche se William è stato uno dei grandi del Surf mondiale.
In cui l’essere era più importante dell’apparire, dove surfare e far rimanere segreto il posto veniva prima della gloria, della fama e dei soldi; cose che nemmeno sapeva che esistevano.
Giorni Selvaggi, si legge abbastanza bene, l’inizio è un po’ lento ma poi è come il vino, più passano le pagine più diventa interessante.
Ps: ha una copertina che mi manda in estasi.
PAESI
California anni 60-70, Haway, Polinesia, Australia, Indonesia, Sri Lanka, Sud Africa, New York anni 90-2000, Madeira