Il Castello di Berat – Il futuro del turismo Albanese
IL CASTELLO DI BERAT
Il Castello di Berat, Kalaja e Beratit, noto anche come Antipatra è uno dei simboli della città e una delle attrattive più popolari dell’Albania.
Un castello ottomano a forma triangolare, in simbiosi con il contesto naturalistico e parte integrante della collina.
Una monumentale fortezza dalle enormi ed eleganti pietre bizantine squadrate che domina la città.
Situato su uno sperone roccioso a 187 m di altezza, dalle sue torri si ha una vista a 360° sulla tutta valle e sul fiume Osum.
Il castello si raggiunge o con una passeggiata a piedi su una strada ripida dal quartiere Mangalemi o direttamente con la macchina che si lascia nel parcheggio davanti all’ingresso.
L’ingresso costa meno di un euro.
L’atmosfera che si respira è molto ma molto particolare.
La sua storia risale agli Illiri, 200 a.C. e ha superato, con molte difficoltà, tutte le dominazioni straniere.
Bruciato dai Romani è stato ricostruito da Giustiniano, il cui cugino gli diede la forma che possiamo ammirare.
Oggi rimangono, ben conservate, le mura perimetrali composte da 24 torri e 2 porte.
All’interno si trovano edifici religiosi, chiese, moschee, fortificazioni, torri ma anche case ancora abitate, ristorantini, ostelli, guesthouse e negozietti.
Leggende narrano che fino agli inizi del 1900 nel primo pilone gli abitanti di Berat erano soliti rinchiudere una ragazza che lasciavano morire di fame, come forma di sacrificio per rendere omaggio agli spiriti.
Il castello è definito da molti studiosi come un “archivio” di stili e contributi di diversi periodi storici: illirico, romano, bizantino, albanese e turco.
All’interno sono più di 15 le chiese, con pregevoli affreschi e icone, quasi tutte costruite intorno al XIII secolo e quasi tutte visitabili gratuitamente.
Quelle da vedere assolutamente sono:
- Chiesa della Santissima Trinità, VIII secolo, all’interno della quale si trovano splendidi affreschi
- Chiesa di Santa Maria di Blacherne, dove è possibile ammirare splendidi mosaici e scene bibliche di Nikolla Onufri, maestro iconografia religiosa
- Cattedrale della Dormizione, un meraviglioso esempio di architettura ottomana (fine XVII secolo), impreziosito da tre cupole
- Chiesa di San Mehillit, appena fuori il perimetro del castello, un piccolo edificio risalente al 1300, che combina alla perfezione le tecniche di costruzione europee e bizantine.
- San Teodoro, costruita nel XVI secolo con affreschi molto interessanti
Ma anche se il castello era una “roccaforte” cristiana, al suo interno si trovano anche resti della Moschea Bianca, purtroppo in rovina era Moschea rossa, la più antica dell’Albania.
Ma la particolarità che secondo me fa del castello un posto più unico che raro è il fatto che ancora molta gente vive all’interno delle sue mura medioevali.
Uno penserà che ci troviamo dentro ad un castello-museo invece non ci solo anziani ne tanto meno gregge di pecore ma sempre di più giovani che stanno aprendo guesthouse, ostelli, negozietti e ristoranti tipici.
E secondo me i prossimi anni esploderà a livello turistico, come tutta l’Albania.
Noi, se lo sapevamo, dormivamo qua.
Ringraziamo per le foto la nostra amica di viaggio Federica Fioretti.