INDONESIA Borobudur – Il tempio Buddista in una nazione Islamica
INDONESIA BOROBUDUR
Siamo sull’isola di Java in Indonesia, un nazione che oggi ha il 90% di popolazione Islamica ma che un tempo era una delle culle del Buddismo e dove siamo andati a vedere il tempio di Borobudur.
Situato a 30 metri s.l.m., distante 42 km da Yogyakarta, un quadrato di 122 metri di lato con un’altezza di 35 metri sviluppato su una superficie di 2500 m².
Patrimonio mondiale dell’Unesco, il monumento più visitato dell’Indonesia che sorge sui resti di templi sacri alle popolazioni locali.
Addirittura più vecchio dell’Angkor Wat in Cambogia ed insieme a quest’ultimo e al Bagan in Birmania, uno dei 3 siti più visitati del Sud est Asiatico.
Tempio del buddismo Mahayana, fatto costruire nel 800 d.c. dal re Sailendra; la dinastia precedente a quella dei Mataram che ha costruito il Prambanan Induista.
Edificato dall’architetto Gunadhrma con l’aiuto di esperti Indiani, Persiani, Babilonesi con più di 10.000 persone tra ingegneri, architetti, schiavi e operai.
Sviluppato orizzontalmente da aspetto massiccio a differenza del Prambanan sviluppato verso l’alto e dalle forme slanciate.
1.600.000 di enormi blocchi di pietra, con pareti rivestite da più di 5 km di bassorilievi, tra cui 1400 narranti la vita del Buddha con raffigurazioni del karma, nascita, storia e leggenda.
Un opera che ha impiegato 75 anni prima di essere finita, di cui si conosce poco il passato e che nel 1000 d.c. é stata abbandonata, dimenticata, ricoperta completamente dalla vegetazione e ritrovata solo nel 1820 da Thomas Stanford Raffle.
504 statue dello stesso Buddha, 72 stupe e poi campane, sculture, stretti corridoi, pannelli decorativi, statue e figure mitologiche.
Un quadrato a gradoni, 10 terrazze, le 10 fasi del cammino spirituale verso la perfezione divise in 3 gruppi che rappresentano i 3 regni del Samsara.
Il Tempio di Borobudur simboleggia la visione buddhista del cosmo che a partire dal mondo terreno sale a spirale fino a raggiungere il paradiso.
Il Cammino spiritale dei fedeli che dal 1° piano arrivano in cima per congiungersi con il divino.
Si divide in 3 livelli:
1° livello è quello del desiderio, il regno della forma perfetta
2° livello simbolo dell’emancipazione dei sensi,
3° livello, è l’Arapadhatu, la cima, con gli stupa
Il posto è relativamente piccolo, sopratutto paragonandolo agli altri siti archeologici mondiali, ma è un qualcosa di “spaziale”, con una simmetria difficile da trovare altrove.
Una forma tantrica, quasi erotica, con un fascino elegante e originale, che sprigiona energia ed emozioni.
I momenti migliori per visitarlo sono l’alba e il tramonto sopratutto per vedere la vista panoramica sulle risaie e gli immensi spazi verdi anche se quando è tutto immerso nella nebbia a me da un senso molto più di spirituale e alieno.
Ricordatevi di visitarlo girando in senso orario, come la tradizione buddhista vuole.
Dimenticavo, la cosa che più mi ha colpito di più.
Appena entrati siamo stati rapiti e quasi “violentati” da orge di studenti che vengono qui accompagnati dai professori non per vedere il sito ma per conoscere e parlare con i turisti come noi, simbolo della nuova emancipazione Indonesiana.
Non me lo aspettavo proprio, sembravamo delle celebrità