IRAN Perche? Il Perché del nostro viaggio in Iran
IRAN PERCHE ?
Quando ci è venuta l’idea di andare in Iran è stata perché volevamo percorrere parte della leggendaria via della seta, percorrendo la strada che solcò Marco Polo e farci dall’Iran all’Uzbekistan passando per il Turkmenistan, da Teheran a Samarcanda via Shiraz, Mashad e Asgabat.
Era qualche mese che stavamo pianificando il viaggio, anche perché per richiedere i visti per entrare in Turkmenistan e Uzbekistan bypassando le agenzie ci vogliono circa due mesi.
Poi un imprevisto, abbiamo dovuto accorciare i tempi con solo 15 giorni per organizzare tutto.
Ecco il motivo principale che ci ha spinto in Iran, il paese leggendario delle Mille e una notte e della Mesopotamia, la patria che fu di Dario e di Serse che hanno dominato il mondo 3 mila anni fa, quando quasi tutti gli altri popoli erano solo semplici contadini.
Lì dove, da quando ci fu, 35 anni fa, la rivoluzione islamica, l’integralismo ostile e intimidatorio, ha isolato il paese dal resto del mondo.
Miti narrano che c’è un attentato al giorno, che è la patria dei più feroci terroristi del mondo, dove è certezza assoluta che appena entri, la famosissima polizia islamica ti arresta, ti tortura e ti uccide e se casomai sopravvivi alla polizia vieni ucciso dalla guerra che c’è in ogni posto.
E invece, come speravamo, siamo andati in uno dei paesi più affascinanti che sono rimasti, un paese che si sta aprendo, al mondo avendo mantenuto una cultura propria, millenaria, impossibile da imparare e conoscere dal di fuori.
E noi, siamo andati a verificarlo di persona; e cosa abbiamo trovato e visto?
Ragazzi semplici, educati, intelligenti, con i nostri stessi sogni, speranze, paure, difetti e problemi.
Donne bellissime, sensuali e sexi, che vogliono parlare con te, che ti chiedono il nome, l’età, da dove vieni, ti chiedono il numero di telefono, l’email, Whatapp e Facebook.
Cibo raffinato, genuino e tradizionale, trasporti efficienti, economici e veloci, persone disponibili, curiose e che ti invitano a mangiare e a dormire con loro, che ti pagano il biglietto del bus e del taxi, senza chiedere niente in cambio, perché la stessa legge che vieta l’alcool e impone il Chador dice che il turista è sacro,
Città ricche, pulite e millenarie, in parte moderne, in parte tradizionali e poi Cultura, Poesia, Storia, Deserti, Moschee, Montagne, Mare, Laghi.
Certo, è un paese, anzi è una Repubblica Islamica, in cui lo Stato è Chiesa e la Chiesa è Stato, ci sono delle regole da rispettare, molte lontane anni luci dalle nostre e giuste o sbagliate che sono, è la loro cultura, non la nostra.
Da quando c’è il nuovo presidente, Hassan Rouhani, molte cose stanno cambiando, prima di tutto stanno iniziano a separare il potere religioso da quello politico e il paese sta provando a uscire da quell’isolamento che non lo ha potuto far diventare una potenza commerciale mondiale come era giusto che fosse, anche perché a parte tutto il petrolio e le riserve di gas naturali che ha, possiede anche una delle percentuali di giovani laureati più elevate del mondo, con un tasso di istruzione da far invidia a qualsiasi paese, con Università moderne, allo stesso tempo centenarie che preparano medici, avvocati, ingegneri, architetti invidiati da tutto il mondo.
Certo non è tutto oro quello che luccica, forse ci siamo innamorati e quando ci si innamora si vedono solo le cose positive, buone e migliori, ma noi non siamo ne politici, ne statisti, ne giornalisti, ne opinionisti, ne storici, ma solo semplici turisti viaggiatori ed è con gli occhi e il cuore da turisti viaggiatori che ci piace vedere le prospettive.
E in fondo, chi può dire che la nostra cultura sia migliore o peggiore della loro?