IRAN Persepolis – La capitale dei Persiani
Oggi siamo a Shiraz, in Iran.
C’è il sole e fa caldo, tant’è vero che ha fine giornata siamo rossi come due pomodori.
Persepolis, una delle cinque capitali dell’impero Achemeneide, insieme a Babilonia, Ecbatana, Pasargade e Susa.
Fondata nel 500 a.C.da Dario e sviluppata da Serse e Ertasene.
La sua costruzione durò 70 anni ma non fu mai terminata a causa della conquista di Alessandro Magno.
Persepolis era la capitale cerimoniale, rappresentativa e cerimoniale dei Persiani ed aveva lo scopo di ospitare i rappresentanti e gli emissari dei paesi tributari.
Le celebrazioni avvenivano una volta l’anno, nel giorno dell’equinozio primaverile con solenni processioni, in onore a Ahura Mazda, figura simbolo dello Zoroastrianesimo.
Persepolis si trova su una piattaforma alta 12 metri e occupa una superficie di 133000 m² fu il più imponente complesso urbano mai fino ad allora costruito in Iran e in tutto il mondo.
Ci sono case, palazzi, necropoli ai piedi della montagna, templi, regge sfarzose, giardini dove si consumavano quotidianamente banchetti che non finivano mai.
Sfarzo, ricchezza e potere, fastosa e impressionante, maestosa e inarrivabile.
Costruita con materiali e tecniche che confluivano da tutte le parti del mondo e dell’impero, ognuno contribuiva e ognuno era orgoglioso di ciò.
Ma potete solo immaginarlo.
Di tutto quello che è stato ed ha rappresentato, oggi si può solo vedere qualche colonna, qualche bassorilievo e statua e poi tanta polvere e sabbia.
Quando i Macedoni la conquistarono, i soldati ubriachi la saccheggiarono di tutto e poi le diedero fuoco, facendone rimanere solo le ceneri.
Alessandro Magno, il primo straniero che ci mise piede, non volle e disapprovò ma i suoi soldati, in memoria di quello che Serse eseguì in Grecia, lo fecero proprio per vedetta.
Finì così un era e ne iniziò un altra.
Era il 330 a.C. e la città da allora non fu più ricostruita.
Leggenda narra che per portare via tutte le ricchezze presenti ci vollero 5.000 cammelli e 10.000 coppie di muli.
Plutarco ed Erotodo ne scrissero come una città mito, sospesa nel tempo della gloria.
Fu solo nel 1473 che un ambasciatore Veneziano la vide di persona e ne diede qualche notizia.
E poi si ripersero quasi le tracce fino al 1930, quando fortunatamente fu portata alla conoscenza del mondo occidentale e iniziarono i lavori per una sua parziale ricostruzione.