MEDIO ORIENTE 18° Da Amman a Gerusalemme passando per il King Hussein Bridge – G°16
Lascio Amman verso le 8 e con taxi collettivo prenotato direttamente all’ostello raggiungo il confine Giordano.
Prima veloce perquisizione del bagaglio, del passaporto e del visto.
Da qui ti fanno salire su un bus interno per attraversare il King Hussein Bridge.
Incominciano i fili spinati, i muri, i fucili, i soldati, i carri armati.
Ogni 400 metri c’è un check-point con un controllo diverso e dopo due ore arriviamo all’entrata Israeliana.
Appena sceso dal bus ci fanno subito una perquisizione personale e dei bagagli, poi di nuovo una personale e infine mi fanno entrare in una macchina che spruzza aria.
Arrivo alla dogana, quasi tutta controllata da soldate Israeliane, da ragazze di 20 anni che sembrano piccole Rambo e mi chiedono il passaporto.
Vedono i timbri e iniziano le domande, centinaia di domande e quando finiscono, riiniziano da capo.
“Dove sono stato, dove andrò, chi vedrò, chi ho visto, chi ho conosciuto, che lavoro faccio in Italia, se andrò in Palestina, le città che ho visto negli altri paesi, il perché vado in Israele ,ecc ecc.”
Dopo un ora di interrogatorio, mi prendono il passaporto e mi dicono di aspettare.
Dopo un’ altra ora e mezza mi vengono a prendere, mi portano dentro una stanzetta e via, un altro interrogatorio di un ora.
Proprio non gli va giù che da solo sono partito da Beirut e sono stato in Siria, e Giordania e ora in Israele senza nessun motivo.
Per loro sono un potenziale terrorista che ha uno zainetto che pesa 7kg.
Alla fine, dopo 4 ore mi mettono il timbro, (anche se gli avevo chiesto di non metterlo) e mi mandano via.
Fuori la dogana prendo un bus pubblico e arrivo a Gerusalemme.
Qui vado a piedi all’ostello “Palm Hostel”, vicino alla porta di Damasco consigliato da alcuni ragazzi conosciuti ad Amman.
Lascio lo zaino, mi faccio un doccia al volo, esco dall’ostello, oltrepasso la Porta di Damasco e…..la storia, che ho sentito più di un miliardo di volte, è ai miei piedi, le cellule millenarie riecheggiano tutte intorno a me.
Sono a Gerusalemme.
Il tempo di farmi un giretto per mangiare qualcosa, una birra al volo e me ne ritorno all’ostello.
La giornata è stata dura e faticosa, strana e con situazioni che non mi erano mai capitate.
Vado a dormire in attesa del domani e di una mondo tutto da scoprire.