LAOS Storia – Breve riassunto della storia del Laos
Il Laos è uno stato della penisola Indocinese ed è una delle nazioni più tormentate e povere dell’Asia.
Senza sbocchi sul mare, con una storia millenaria, che si sviluppa intorno al Mekong, con un territorio quasi esclusivamente di montagne e senza pianure.
Abitato già 40.000 anni fa, le prime comunità agricole e città tribù furono create nel 4000 a.C con le etnie Mon (Siamesi) e Khmer.
Nel 1354, iniziò il “Golden Age” anno in cui il sovrano Fa Ngum proclamò la nascita del Regno di Lan Xang, “Il Regno con un Milione di Elefanti”.
Un regno indipendente con capitale Luang Prabang, il primo impero che riunificò per la prima volta il popolo Lao, con il Buddismo religione di stato e in cui regnavano pace e prosperità.
Il più grosso impero mai esistito nel SudEst Asiatico, forte e potente.
Alla sua morte l’impero si sgretolò e iniziarono lotte e faide interne ed esterne.
Salì cosi al trono un re “illuminato” Surigna Vongsa, che portò al massimo splendore il regno.
Spostò la capitale a Vientaine, siglò accordi economici con la compagnia olandese delle Indie Orientali.
Fece entrare i Gesuiti Italiani nel suo impero che furono i primi a mettere per iscritto la storia che fino ad allora era tramandata solo oralmente.
Le parole che regnavano erano Pace e Ordine.
Purtroppo quando morì ci furono forti conflitti e l’impero fu diviso in 3 regioni.
Nel 1800 fu colonizzato dai Francesi che ne fecero un protettorato fino al 1954 quando ottenne l’indipendenza e con la conferenza di Ginevra “Stato cuscinetto”.
E poi scoppiò la guerra in Vietnam.
Dal 1964 al 1973, furono sganciate 2 milioni di tonnellate di bombe al grappolo, molte inesplose, con più di 580.000 bombardamenti oltre ad un intenso uso di armi chimiche.
Più bombe che in tutta le seconda guerra mondiale.
Tutto questo senza che fosse in guerra ne con gli Americani n con i Russi.
Qui si svolse quella che chiamarono “Secret War”: La Guerra Segreta.
Questa zona venne trattata con tanta violenza perché vicina al confine vietnamita, un’area piena di sentieri tra Laos e Vietnam attraverso i quali i Vietcong trasportavano armi e rifornimenti verso sud.
Bombardati perché i piloti avevano l’incarico di ritornare scarichi, vuoti, nessuna bomba doveva tornare indietro.
Il Laos è stato praticamente utilizzato come una pattumiera per missili.
Nel 73 ci fu l’accordo di pace, il re abdicò e nel 1975 fu fondata la Repubblica Democratica Popolare del Laos.
Il paese rimase isolato, chiuso, emarginato, dimenticato.
Nessuno doveva sapere e nessuno doveva far sapere cosa era veramente successo.
E’ dagli anni ‘90 che la bonificazione e il disinnesco degli ordigni dell’area va avanti, cercando di sensibilizzare gli abitanti e istruirli su come restare alla larga da oggetti di dubbia provenienza.
Questo lavoro non è semplice e richiede almeno un centinaio di anni.
I laotiani non sono liberi di passeggiare tra le loro verdi montagne, il pericolo esplosione è sempre alto.
Il 25% dei villaggi laotiani é ancora contaminato da ordigni inesplosi, che causano ancora oggi un elevato numero di vittime.
Molte di queste sono bambini.
Solo nel 1992 il paese aprì le porte al turismo.
Oggi il Laos conta sette milioni di persone, con numerosi gruppi etnici.
C’è un sistema politico socialista diretto da un partito unico che impone un coprifuoco a mezzanotte e un reddito medio di 100$ al mese.
La maggior parte delle strutture e attività industriali, commerciali e turistiche sono in mano e gestite dagli stranieri anche se è una pratica vietata.
Il Farang (lo straniero) mette l’attività a nome di un locale, facendosi fare un contratto di lavoro per non avere problemi di visto.
Un paese diviso nell’ultimo secolo tra filo cinesi e filo americani, tra filo comunisti e filo occidentali.
Una divisione che ha ridotto il Laos in uno dei paesi piú sottosviluppati del mondo la cui unica fonte di reddito è l’agricoltura.
Il Laos, intrappolato tra i produttori di oppio e metanfetamine.
Ultimamente qualcosa sta cambiando ma il paese è tra i primi posti al mondo come corruzione, violazione dei diritti umani.
Uno dei più poveri, non c’è libertà di stampa, l’esercito è in mano ai politici e un po’ tutto è visto con rassegnazione, sottomissione e volontà del destino, nel più classico stile del Buddismo Theravada.