MALESIA Storia
MALESIA STORIA
La Storia della Malesia inizia 10.000 anni fa, con le popolazioni Bumiputra e Orang Asri, ancora presenti, gli uomini e i pigmei della giungla.
La Malesia, ieri come oggi, è stata sempre un punto di passaggio obbligato di tutto i commerci tra Cina e Giappone con India e Europa.
Con il tempo arrivano prima i Malesi che per secoli vivono nei tradizionali Kampung, villaggi, ognuno con il loro Sultano che è il capo Spirituale e Politico, poi gli Indiani, in cerca di oro, stagno e legno e l’impero Srivjayan dal VII al XIII secolo.
Il XIV è il secolo dei Cinesi ma anche dell’Islam che piano piano si propaga in tutto il regno.
1500, ecco il colonialismo, ecco i Portoghesi, nel 1600 gli Olandesi e dal 1800 gli Inglesi, che hanno governato la Malesia fino alla sua indipendenza nel 1957.
La storia di questi ultimi secoli si può riassumere in “un giorno arrivarono i Colonialisti, ma il Paese era ricco e i Malesi vissero sereni e contenti, poi un giorno i colonialisti andarono via, in Malesia rimasero i Cinesi e la Pace finì.”
Agli inizi del ‘900 si scopre che la Malesia è ricca, ricchissima di risorse minerarie, i Malesi però hanno poca voglia di lavorare nelle miniere e gli Inglesi prendono ogni lavoratore che arrivava e di Cinesi arrivarono a milioni.
Praticamente agli inizi degli anni 70, il potere politico era in mano ai Malesi, ma quasi tutta l’economia, il 70%, era Cinese, Cinesi che avevano nelle loro mano lavoro, manodopera, soldi e che erano intraprendenti, svegli, attivi.
Iniziano anche i problemi di razza, inizia una specie di razzismo misto ad apartheid.
La necessità di dover competere con i Cinesi per vivere, toglie ai Malesi il loro paradiso e così negli anni 80, il premier Mahatir ebbe la necessità di ricreare il popolo Malese, ridandogli una loro identità, tenendo ai margini i Cinesi ma non cacciarli via.
Voleva diluire la percentuale di popolazione Cinese, 40%, con l’aumento della popolazione Malese.
E si rivolse all’Islam, fino a quel momento una religione di stato ma marginale, i musulmani erano poveri ma mai ridotti alla fame.
Instaurò un Rigorismo e un Ortodossia Musulmana che i Malesi non avevano mai conosciuto prima, una riconversione di massa per ridare l’identità culturale, che forse i Malesi non hanno mai avuto.
I giovani Malesi, con molta libertà, vengono mandati a studiare nelle università Islamiche estere e subiscono un forte influsso dai fondamentalisti Islamici e dal Corano.
E quando tornato, Mahatir capisce subito che la situazione gli è un po’ sfuggita di mano, si crea una nuova categoria di giovani radicalisti Islamici, nasce, secondo me un nuovo Islam.
Un Islam diverso, diversissimo da quello che fino ad ora ho conosciuto in Medio Oriente, in Iran, nel Nord Africa e alla Maldive.
Un Islam dove le donne mature vanno in giro come un occidentale, mentre le ragazze portano tutte il Hejab e fanno il bagno vestite, un Islam però aperto alla tecnologia, alle multinazionali occidentali, che non beve alcool, ma che mostra ricchezza, intelligenza e libertà.
Oggi sono gli anni dei pirati moderni, con armi sofisticati e imbarcazioni velocissime, la Malesia è una monarchia governata dal Re Abdul Halim di Kedah, 30 milioni di abitanti, il 10° P.I.L. Asiatico, il 29° mondiale, il 4° nuovo paese più industrializzato con un fortissimo sviluppo economico negli ultimi anni.
É la nazione più ricca del Sud Est Asiatico con l’autosufficienza energetica, la Malesia ha tutto, elettronica, legname, pesca, gomma, frutta, stagno, ferro, oro, gas naturali, petrolio, tungsteno, ha un industria chimica, edile e tessile, ha turismo, telecomunicazioni, finanza e banche.
Ma la Malesia è anche un mix di etnie e culture, è una nazione multietnica e multiculturale, con Malesi 50%, Cinesi 22%, Orang Asli 10%, Indiani 8% e un Meelting Pot di religioni con Musulmani 65% con l’Islam che è la religione di stato, Buddisti 17%, Cristiani 10%, Induisti 5%.
Il futuro è tutto da scoprire.