MAROCCO 4° Marrakech racconto dei 4 giorni – G°5,6,7,8
Dopo 14 ore di treno arriviamo a Marrakech.
E’ il 31 Luglio del 2003, l’estate più calda degli ultimi 100 anni.
Sono le 2 del pomeriggio e ci sono quasi 50°.
E si sentono tutti.
Siamo nel periodo peggiore per vedere il Marocco, il periodo super sconsigliato, ma a noi poco importa.
A distanza di 20 anni, di Marrakech, racconto sempre che una delle 3 sensazioni che più mi sono rimaste impresse nel viaggio in Marocco è stata quando siamo scesi dal treno.
Siamo rimasti 5 minuti senza parlare con il fiato che ci mancava ed è mancato poco che svenivamo.
Cioè, alla fine viviamo vicino a Roma, venivamo da un mese a Tenerife, ma tanto quella sensazione di caldo è stata allucinante.
Fuori la stazione prendiamo un taxi e per qualche € ci facciamo portare nella zona della Medina.
Senza mappe, guide o informazioni specifiche ci mettiamo alla ricerca di qualche location per dormire e troviamo l’Hotel El Farah.
500 metri da Piazza Jamaa el Fna, 5€ a camera.
Questi giorni trovando notizie dell’hotel, ho visto che è diventata una carina Pension de Charme, molto caratteristica, pulita e frequentata, un hotel a 3 piani a conduzione familiare.
Nel 2003, era sempre una Pension de Charme, con il cortile in mezzo, ma le camere erano massimo di 4 m², le più belle avevano solo un letto matrimoniale con in mezzo un piccolo armadio.
Inoltre si poteva dormire a 1€ a notte sui materassi in terrazza, cosa che abbiamo fatto dopo il 3°giorno.
Le uniche cosa che conoscevamo della città, del Marocco e del suo mondo, erano quelle che avevamo visto sul film “Marrakech Express” di Salvatore con Abbatantuono.
Il primo impatto con la pizza ci ha quasi confuso.
Addestratori di scimmie, incantatori di serpenti, banconi ambulanti bancarelle di cibo, dove si può cenare circondati da musicisti di strada e spettacoli di vario tipo.
Pensavamo che era tutta una finzione.
Passiamo 4 giorni pieni, girovagando senza meta e senza l’ossessione del tempo.
Di tempo ne abbiamo quanto ne vogliamo e sta solo a noi decidere quando ripartire.
Il pomeriggio dalle 14 alle 17 bisognava stare nella camera con i muri che bollivano.
Facevamo un bagno di sudore, pareva di stare in dei forni crematori, senza la minima possibilità o speranza di un filo d’aria.
Solo a pranzo bevevamo 3 litri di acqua a testa e mangiavamo pranzo e cena a 1€ in 2 dentro una bettola sperduta.
Le mattine le passavamo nel mercato e nel Suq, capendo ben presto che qui ancora, per nostra fortuna esisteva l’antica forma di scambio del baratto, cosa che ci è piaciuta subito da impazzire.
Abbiamo gli zaini pieni di cose e vestiti superflui e iniziamo a barattarci qualsiasi cosa.
Gel, mutande, calzini, costumi, caffettiera, cerotti, cd, comprandoci le cose che ci servivano o ci mancavano.
Compriamo anche 2 bonghi che ci porteremo sempre con noi per i restanti 30 giorni fino a casa.
Ogni tanto ci fermavamo in qualche parco ed entravamo (di straforo) nelle madrasse.
Spesso arrivavamo nella città nuova e per la prima volta nella nostra vita vediamo ed entriamo in una moschea.
Fino a quel momento un luogo immaginario, un effimera chimera.
Di cui sapevamo solo che era una posto simile ad una chiesa dove i credenti di fede mussulmana si ritrovavano in preghiera.
Quanto di più sbagliato.
E appena calava il sole, andavamo subito sulla piazza degli impiccati, la piazza Jamaa el Fna, il mercato Street Food più figo al mondo, dove si può mangiare di tutto, cosa che facevamo ininterrottamente.
Rimanevamo fino a notte tarda, sorseggiando litri e litri di te alla menta sopra le terrazze dei tanti bar attaccati alla piazza.
La cosa più strana invece, che di Marrakech racconto è che in giro molte, ma molte ragazze tutte marocchine, anche fidanzate ci guardavano, ci fissavano, ci sorridevano, ci facevano l’occhietto.
Spesso facevamo finta di niente, spesso contraccambiavamo, ogni tanto i fidanzati o i ragazzi con loro ci guardavano male, ogni tanto ci minacciavano, spesso invece venivano da noi per parlare.
Alla fine Marrakech è la città in cui siamo rimasti più di tutti sia in Marocco che in tutti i miei viaggi.
Dddirittura ci siamo anche tornati, per un totale di 7 giorni. (Poi ci sono tornato nel 2022 con i miei figli).
Un ottima città per rilassarsi, tutto sommato pulita, tranquilla, turistica, nessuno che ti rompe le scatole, la capitale mondiale degli odori, dei colori, dei sapori e dei profumi.
E cosi dopo 4 giorni, decidiamo di partire per il deserto.
Per capire meglio Marrakech leggete i miei post:
Marrakech Storia della Città Rosa
Marrakech Cosa vedere