ORTE La Rocca di Orte
LA ROCCA DI ORTE
Poco o nulla sappiamo delle origini della Rocca di Orte, che fu senz’altro ricostruita per volere del cardinale Egidio Albornoz nel 1366 e stando alla descrizione che ne da lo storico ortano Leoncini, doveva apparire come un baluardo inespugnabile per il nemico.
Nel XV secolo la Rocca era nelle mani di Antonio Colonna che impose una tirannia sulla città, portando gli ortani, nel 1431, a demolirla definitivamente durante un moto di rivolta.
L’area della Rocca consente l’affaccio sulla valle del Tevere, dominato dai colli Amerini e il panorama antico era sicuramente caratterizzato dal ponte sul fiume, crollato nel 1515 e mai ricostruito di cui ora si possono solamente osservare i ruderi e dalla via Amerina che si doveva biforcare per raggiungere da un lato Amelia e dall’altro, con un diverticolo, il porto di Seripola e il successivo castello di Castiglioni.
L’abbandono della Rocca di Orte, intesa come presidio militare e centro di potere ha portato alla costruzione, tra il 1598 e il 1602, del palazzo Alberti che si ispira ad architetture classicheggiandi, dalle linee severe ed eleganti.
Al piano nobile un’elegante sala presenta cicli d’affreschi del XVII – XVIII secolo, di cui uno rappresenta la rocca nella sua veste originale.
I sotterranei del palazzo, in parte adibiti a tintoria di lana in età rinascimentali, ospitano grandi colombaie rupestri per l ‘allevamento dei piccioni ad uso alimentare e un grande cava, che in parte ha asportato proprio le colombaie, per l’estrazione del materiale da costruzione.