Wallylalli racconta 6° puntata – Incontri e Alcool al Pellegrinaggio
Alcool e Incontri durante il Pellegrinaggio di Santiago
Dopo essere stato denunciato dal WWF per inquinamento abusivo, arrivo finalmente a Palas de Rey, inzuppato di sudore dalla testa ai piedi.
Proprio quando stavo per svenire, e mi stavano a prendere crampi da tutti i muscoli del corpo e allucinazioni varie, intravedo un bar e mi ci catapulto dentro.
Mi siedo e tracanno subito due cagne per ripristinare la salivazione.
Me ne stavo beato e tranquillo quando una ragazza da parte a me mi dice che era italiana e mi fa:
Lei: Ma tu da dove sei partito per il Cammino?
Io: Da Sarria.
Lei: (ridendo come una scema) AAAAAAAAAAHHHHAHHAHHAH da Sarria,
Io: Si da Sarria, perché ridi?
Lei: Perché è il punto più vicino e facile per iniziare il cammino, noi siamo partiti due mesi fa da San Jean Pied de Port….AHAHAHHAHAH, il punto più importante e lontano per il VERO CAMMINO.
Io: e sti cazzi….io avevo solo dieci giorni e più di questo non posso fare, se avevo più giorni ci sarei partito pure io
Cosi inizia a confabulare con le sue amiche in inglese, che si girano verso di me e si mettono tutte a ridere
Lei: noi quelli come te li chiamiamo New Shoes, nuove scarpe…..AHAHAHAHHAHA
Io: ma che C..a…zz..o vuoi da me…..me ne stavo per i fatti mii e mi hai rotto tu le palle….
Lei: ma lo sai che non si possono dire le parolacce nel cammino??
Io: la guardo, mi alzo e gli strillo….ma non roppe li coioni, te e tutte le tue amiche.
Così, stranito mi alzo e mi reco in ostello, per prenotare per me e per gli amici calabresi che sono in ritardo sulla tabella di marcia.
Siccome sono arrivato troppo presto e il paese non offre molte attività, decido di trattenermi nell’hall dell’ostello e scrivere sul mio inseparabile quadernetto degli appunti.
(Qualcuno mi aveva consigliato di comprarmi un Moleskine, ma mi sono portato un quaderno di quando andavo alle medie tutto rotto con le Tartarughe Njinja)
Sedutomi, decido finalmente di gustarmi un po’ di vino spagnolo, cosi prendo confidenza col cameriere che mi porta una bottiglia di vino tinto a soli 4 euro. Mi faccio fuori anche due bocadillos e quando ho finito di scrivere mi alzo e li comincia il calvario, sì perché oltre ai bocadillos, preso dalla scrittura mi ero fatto fuori anche tutta la bottiglia a piccoli sorsi.
Mi alzo e faccio due chiacchiere col cameriere e mi rendo conto che il mio spagnolo è molto più fluido. Parliamo una mezz’ora e mi offre anche un altro vino, poi mi confessa con mia sorpresa che lui è portoghese e avevamo parlato per mezz’ora la sua lingua e che non aveva capito quasi una sega di quello che avevo detto.
Cosi, preso da una crisi depressiva, decido di recarmi in camera e prendo l’ascensore… Dopo circa quindici minuti riesco a capire che per uscire dovevo aprire la porta opposta da dove ero entrato. Finalmente riesco a uscire… Mi guardo intorno e… Sono di nuovo all’hall.
Preso dallo sconforto e ancora sotto effetto dell’alcool, barcollante, vado a fare due passi.
Purtroppo il paese è deserto, quasi una città fantasma, in giro ci sono solo io… Cammino, cammino, cammino… E a un certo punto… Luce… Il sole.
Capisco che rischio un’insolazione, allora ritorno sui miei passi e mi siedo su una panchina in piazza, e mi ci sdraio quasi subito.
Sul più bello, quando mi ero praticamente addormentato, ingerisco un moscone che mi ronzava intorno e rischio così il soffocamento… Stramazzato a terra vengo soccorso da dei pellegrini spagnoli.
Quando alzo gli occhi mi rendo conto che avevo dormito tre ore su una panchina e mi era venuta un’ustione di terzo grado su metà del corpo perché il sole tramontava su quel lato del mio corpo…
Mi vengono fatti dei bagnoli dai miei nuovi amici e vengo accompagnato in albergo. Mi mettono dentro l’ascensore ma anche stavolta non riesco a uscire e rimango incastrato nella porta rischiando anche di essere decapitato.
Decido cosi di fare le scale. Arrivo in camera ma già dormono tutti… Sono le 18.