PERU Storia
PERU STORIA
Un detto popolare definisce il Perú come ” un mendicante seduto su una montagna d’oro”, la cui storia è segnata da uno degli imperi, anche se di breve durata, più misteriosi e enigmatici, più sfarzosi e potenti, più oppressivi e dittatoriali, più intelligenti e ricchi che la storia ricordi, l’Impero Inca.
Purtroppo non esistono testi scritti ma solo reperti archeologici, graffiti, pitture e pochissime testimonianze orali, quindi molte cose si possonno solo supporre e immagginare.
I primi esseri umani che arrivarono 20.000 anni fa, nel continente SudAmericano, popolazioni migrate attraverso lo stretto di Berig, erano sopratutto nomadi, cacciatori e vivevano in grotte.
Solo nel 4.000 a.c iniziò a progredire l’agricoltura, con le coltivazioni di fagioli, cotone, peperoncino, zucchine, patate, mais e manioca.
Si istaurarono piccole comunità che molto superficialmente possiamo definire “città”, si iniziò la pratica della pesca, della tessitura e della ceramica fino ad arrivare intorno all’anno 0 alle culture a terrazza, buoni sistemi di irrigazione e alla lavorazione dell’oro.
Siamo intorno all’anno 700 d.c. e anche se in Perù e nelle Ande ci sono tanti piccoli regni, ne emergono i primi tre importanti:
1) Moche, con le loro piramidi,
2) Nazca, popolazione molto misteriosa che ha lasciato in eredità le famose Linee,
3) Wari, oppressivi, despoti e guerrieri
Intorno al 1300 d.c. fa la comparsa il Popolo INCA, una impero che nella sua forma più forte è durato solo un secolo ma la cui luce e ombra, ricordi e enigmi riecheggia ancora oggi.
Un impero, che con Cusco sua capitale, che si espandeva in tutto il Sud America, dalla Colombia all’Argentina, un popolo che si riteneva discendente diretto del Re Sole, una cultura che ci ha lasciato un Diamante ancora intatto: Machu Picchu, che rimane uno dei più grandi misteri, ma anche una delle più grandi bellezze del mondo.
E un mistero è anche come solamente 160 Spagnoli fecero cadere, anzi scomparire, in pochissimi anni, i guerrieri dalle armature in oro.
Siamo nel 1524, Francisco Pizzaro dopo aver visto le infinite ricchezze del Perù e pensando (forse aveva ragione) di aver trovato la mitica El Dorado, torna in Spagna, si fa dare altri uomini, torna, cattura il Re Atahualpa e gli Inca svaniscono.
Pizzaro, trasferisce la capitale a Lima, che in pochissimo tempo diventa il centro nevralgico del Centro America e tranne che nei primi 30 anni in cui ci sono molte faide interne per la lotta alle ricchezze e un breve cenno di rivoluzione con Tupar Camaru, i successivi 200 anni passano più o meno pacificamente.
Fino ad arrivare al XIX secolo, il secolo delle rivoluzioni e delle Indipendenze di quasi tutto il continente Americano.
E proprio in Perù si incontrano i due Eroi Nazionali e rivoluzionari che in pochi anni hanno liberato le Americhe:
1) Jose de San Martin da Sud
2) Simon Bolivar da Nord
Nel 1821 il Perù è libero e indipendente.
Qualche guerra con la Spagna, un altra con il Cile e siamo a metà del 1900 e come in tutto il continente sono gli anni di Colpi di stato, Dittature, Terrorismo, Movimenti Rivoluzionari, del Gruppo del cartello della Droga con ideologia Marxista, Sendero Luminiso.
Fino agli 90 quando entra in scena Fujimori.
In poco tempo, il Perù è in pieno Boom Economico, la povertà diminuisce, il terrorismo eliminato, l’occupazione cresce, vengono fatte molte riforme liberali, si scoprono enormi riserve di petrolio, gas naturali, oro e materie prime, la pesca e l’agricoltura vengono sfruttate al massimo.
Ma sono anche gli anni delle squadre della morte, di migliaia di sindacalisti e oppositori politici eliminati, sono gli anni della corruzione e della dittatura; Fujimori scappa, torna, riscappa e alla fine viene condannato per crimini contro l’umanità.
Ma nel bene e nel male, il Perù entra nel terzo millennio, con una buona base e con tutta la speranza possibile, con molte luci e molte ombre ma secondo me padrona del suo destino.