16° WallyLalli in Nepal – Cena al Pushpa Guesthouse
Cena al Pushpa Guesthouse
Ultimo giorno a Pokhara.
Ps Il racconto è scritto in modo molto allegorico e spiritoso e non vogliamo offendere nessuno, anzi….
Al ritorno dalla famigerata spedizione al capo base dell’Annapurna, lo Sherpa Babu con il Titolare della Pushpa Guesthouse, con evidenti rimorsi di coscienza per averci fatto scoppiare di fatica, ci regala una piccola inaspettata gioia.
Siamo suoi ospiti nella sua casa con la sua famiglia.
Sono un po’ titubante ma Enrico ha un orgasmo dalla felicità…. quando gli ricapita di essere ospitato da qualcuno, il tutto cmq sempre grazie a me.
Allora decido per tutti e due di accettare.
Da buoni Italiani medi ci rechiamo subito a fare compere per portare qualcosa di commestibile almeno da bere anche perche’ sul cibo ho dei dubbi visto che il gatto che proprio ieri si aggirava intorno all’albergo è misteriosamente sparito.
Compriamo tre bottiglie di vino, in totale dovremmo essere in 6 adulti piu’ due bambini (io, Enrico, Babu lo sherpa, il proprietario, sua moglie che sarebbe la sorella di Babu e il fratello di Babu), insomma una grande Babu Famiglia.
Ci facciamo la solita bella doccia fredda e scendiamo a cena, prendiamo oltre alle bottiglie qualche oggetto da lasciare per ricordo, tipo le scarpe che ho usate per il trekking, che puzzano da morire, magliette e altro.
Il primo impatto non e’ dei migliori anche perché io non spiccico una parola di inglese e Enrico e’ affetto da mutismo dal giorno della partenza, con qualche verso strano capisco che vogliono farmi visitare casa, accetto volentieri anche per sfuggire all’imbarazzo.
La casa non e’ una casa ma una stanza, c’e’ un grosso tappeto e sopra tutti Materassi dove dormono e una piccola televisione e un piccolo bagno, la cucina e’ fuori.
Ci sediamo su un tavolo tondo e quasi al buio (meglio così non vedo quello che mangio), non lo vedo ma lo sento anche perché e’ tutto super piccante.
Stappaimo due bottiglie di vino non sapendo che questi non bevono, tranne logicamente quel piccolo parassita di Babu.
Ci tracanniamo tutte le bottiglie in modo da far scomparire quella poca sensibilità che ancora mi era rimasta e cominciamo a fare i discorsi più disparati.
Prima mi fanno cantare una canzone nella loro lingua.
Poi mi fanno ballare con la figlia, una piccola Spice Girl con la passione per la danza.
Poi inizio a cantare canzoni neomelodiche napoletane.
Intanto mangio e bevo di tutto anche delle strane porzioni colorate che mi serve la moglie, anche io ed Enrico ormai entrati nel personaggio mangiamo con le mani in questi grandi piatti metallici che ci vengono serviti.
Poi c’e’ anche un breve momento di commozione quando vogliono che adotti il loro figlioletto, tanto carini ma purtroppo devo badare ad Enrico.
Faccio un balletto con la SpiceGirl.
Poi per finire iniziamo a farci foto di tutti i tipi e ci accorgiamo di una cosa molto strana….
La famiglia Babu non si sa’ per quale motivo ha delle grandi somiglianze fisiche con il sottoscritto,non so’ se dovute all’alcool o alle segrete porzioni da me assunte ma anche io ed Enrico siamo sconvolti da tale somiglianza.
E’ il momento dei regali e dei saluti, facciamo una mancia a Babu e ai piccolini il proprietario gentilissimo ci abbraccia e ci saluta.
Questa e’ stata una delle più belle esperienze di questo viaggio, la cordialità, la semplicità, la purezza d’animo di queste persone non si può spiegare a parole.
Grazie Babu Family e grazie Pushpa Guesthouse.