MADAGASCAR 5° Direzione Ranomafana Park
Direzione Ranomafana Park
Dopo aver fatto colazione nel ristorante accanto all’entrata dell’hotel, partiamo per il Ranomafana Park
É un continuo saliscendi, tutte curve e buche, non c’è mai un pezzo di 50 metri dritto.
Intorno a noi s’iniziano a vedere risaie e colture a terrazzamento, un po’ è strano, alla mente pare di trovarsi in Indocina, poi però la terra rossa ti riporta in Africa.
Tutte queste risaie e terrazzamenti sono stati importati dai primi colonizzatori, indonesiani e cinesi, molti secoli fa.
Si vede e si capisce che anche se c’è povertà e mancano i servizi essenziali come scuole, ospedali, polizia, strade e fogne, la gente non si muore di fame, c’è molta acqua e la terra è fertile.
Passiamo di paese in paese, sono tutti gruppi di una decina case di legno attaccate alla strada, tutti che lavorano la terra, sempre e unicamente a mano o con il bue… i trattori sono un lusso che nessuno si può permettere.
Non ci sono alberghi né ristoranti, in tutto il viaggio sia all’andata sia al ritorno per pranzare ci fermavamo in certi locali, dove il menu era o riso o riso in brodo o riso con carne di zebù.
Il cibo è mangiabile ma l’igiene è nulla, infatti, vi consiglio di andarci solo se avete un po’ di anticorpi già sviluppati negli anni, per non parlare dei bagni… Ho visto bagni, a due metri da dove mangiavamo… non avete idea.
Mi piace mangiare in questi locali, in cui si vede un turista l’anno, stare seduti e osservare questo mondo che da un lato mi fa paura ma da un lato, mi eccita da matti.
Ps mangiare costa 50centisimi in due.
Appena esci, sei circondato da ragazzini di qualche anno che vogliono soldi, penne e quaderni, li vedi che giocano con l’aria, le donne portano grandi e colorati mantelli. Sulla strada è pieno di camion, difficile incontrare macchine o autobus.
Più andiamo avanti e più rimango scioccato dal grande disboscamento che vedo, anche qui l’aria è piena di fumi per produrre il carbone e delle mini fornaci per i mattoni.
