ROMANIA Storia – La Storia della Romania
ROMANIA STORIA
La storia della Romania è una di quelle storie di nazioni in perenne lotta, contro tutti e tutto, una storia travagliata e funestata per secoli da guerre, occupazioni, invasioni e rivoluzioni che difficilmente hanno portato un miglioramento per i veri abitanti Rumeni.
Anticamente nel territorio vi abitavano le tribù nomadi Trace e nel VII secolo a.C. i Greci sul Mar Nero.
Nel 100 a.C arriva Traiano, diventa una provincia dell’Impero Romano e anche se l’occupazione durerà solo 2 secoli, la cultura Latina rimarrà ben salda, ancora oggi, nelle tradizioni Rumene.
Per 6 secoli è un continuo susseguirsi tra Goti, Avari, Slavi, Bulgari e Magiari e ognuno lascia un po’ della loro cultura, lingua, genetica e cucina.
Nel X secolo nasce il Feudalesimo e nel XIII secolo diventa un Principato Autonomo Ungherese, con gli Ungheresi che convincono i Sassoni a stabilirsi in Romania per aiutarli a opporsi ai Tartari con terre illimitate e senza tasse.
Ecco perchè la maggiorparte dei castelli della Transilvania sono Sassoni.
Nel XIV secolo il Principe Basaras inizia a unire qualche regione e forza polita locale creando la Valacchia e in in breve si creano anche la Transilvania e la Moldava, dove i contadini sono Rumeni ma la nobiltà e l’esercito Ungherese.
Iniziano gli anni della Resistenza contro gli Ottomani con il leggendario Vlad Tepes l’Impalatore ma nel XVI secolo i Turchi conquistano tutta la regione, la Transilvania, la Valacchia e la Moldava diventano dei paesi vasalli, riuniti per poco da Michele il Maggiore che viene però ben presto decapitato e buona parte della zona passa sotto il dominio Austro-Ungarica, anche se la maggior parte del territorio è sotto il potere Ottomano e molte altre zone sotto il protettorato Russo.
Nascono i primi segnali di indipendenza, ci sono delle rivolte ma sono anni in cui c’è anche una prosperità culturale e artistica fino al 1877 anno dell’Indipendenza completa dai Turchi.
Arriviamo alla 1° Guerra Mondiale, la Romania anche se aveva un accordo segreto con gli Austro-Ungarici, rimase neutrale fino al 1916 e quando capì chi avrebbe vinto dichiarò guerra proprio agli Asburgo, salì sul carro dei vincitori e nella spartizione dei territori formò la Grande Romania, + o – come la conosciamo oggi.
Iniziò un periodo molto positivo, la Romania è si una monarchia ma un regno democratico, si allacciano rapporti con Francia, GranBretagna, Jugoslavia, Turchia, Grecia e Russia che durarono 20 anni.
Siamo all’inizi della II Guerra Mondiale, i gruppi estremisti di estrema destra filo Hitler assumono il comando e si uniscono ai Nazisti: 200.000 ebrei, 40.000 rom vengono deportati e uccisi.
Nel ’44 quando ormai i Tedeschi stanno perdendo, la Romania si unisce agli Alleati e dichiara guerra a Hitler, mossa che a fine della guerra farà conservare l’indipendenza.
Finita la guerra la Romania con l’accordo Churchill – Stalin entra nell’orbita Sovietica e Comunista, la monarchia viene abolita e diventa la Repubblica Popolare Rumena.
Iniziano gli anni della collettivizzazione, della statalizzazione di fabbriche e aziende, vengono distrutti interi villaggi e le persone costrette a vivere in città in enormi palazzi per lavorare nelle industrie.
É l’inizio di anni anzi decenni, di terrore, oppositori e intellettuali vengono incarcerarti o mandati nei campi di lavoro.
E nel 1965 ecco che entra in scena Ceausescu che fino al 1998 non farà altro che amplificare tutto quello appena descritto, facendo anche il doppio gioco con gli Stati Uniti.
Ceausescu fu un folle, un pazzo, un megalomane, un dittatore come pochi, fanatico del lusso estremo e del culto della persona creando in Romania per 30 anni un vero e proprio Grande Fratello con il controllo totale su tv, radio, giornali, telefoni e sulla popolazione attraverso il lavaggio del cervello e la polizia segreta.
Tranne per chi era nel elitè del Partito Comunista non c’era elettricità, ne acqua potabile, ne beni di primo consumo, il popolo moriva di fame e lui esportava all’estero tutto quello che si produceva.
Attua un progetto di aumento delle nascite, con tasse se eri celibe, creando in pochi anni milioni di orfani affamati.
Nel ’87 inizia la “Sistematizzazione”: 8000 villaggi completamenti distrutti deportando tutti in città.
Premessa, in occidente di questa cosa, noi poveri mortali lo venimmo a sapere solo nei primi anni del ’90 quando vedemmo milioni e milioni di Rumeni che scappavano.
Passo indietro, nel ’89, all’apice della Pazzia di Ceausescu, scoppia la Rivoluzione Popolare che molti ritengono un colpo di stato, il Partito Comunista era stanco, non tanto delle sue idee ma del suo atteggiamento che ormai gli era sfuggito di mano e lo fece ammazzare, unico leader del blocco sovietico ucciso.
Caucescu muore e il Partito prende il potere che avrà direttamente o indirettamente fino al 2004.
In questi anni tanto si è detto e parlato ma alla fine molte riforme sono state solo un miraggio, le riforme economiche e strutturali sono state molto teoriche anche perché la corruzione è ad altissimi livelli.
Nel 2000 dichiarò Bancarotta e nel 2007 la Romania è entrata dell’Unione Europea portando nel paese disoccupazione e un aumento dei prezzi.
L’Ue ha e sta investendo parecchio più di 20 miliardi la Romania è si ricca di petrolio, metano, ferro e lignite, ma è il 2° paese più povero dell’Ue e di problemi alla base ce ne sono tanti: orfani, contadini ridotti alla povertà, in molti villaggi manca ancora corrente e acqua, gas, sanità, istruzione pubblica, la maggior parte delle strade sono come quelle di 50 anni fa, la protezione ambientale è un argomento quasi inesistente e le regole di Bruxelles sono pochissimo rispettate.
Una generazioni di quelli che oggi hanno 40 anni sono in giro per l’Europa a lavorare anche nei lavori più umili, molti sono diplomati, laureati o tecnici specializzati e hanno poca voglia di tornare nella loro terra.
Ma io mi chiedo? Ma si ha la voglia di cambiare e migliorare la Romania?
Io sono un po’ scettico anche perché come dicono molti Romeni, prima di Ceaucescu c’era solo uno, oggi sono cento.