I post e gli articoli sulla Siria, li ho scritti più di 10 anni fa, il viaggio l’ho fatto nel 2009.

Da allora è cambiato quasi tutto, la maggior parte dei siti che descrivo, delle città che ho visitato non esiste più.

Quasi tutte delle persone che ho conosciuto sono state coinvolte in questa infame storia.

Più di 500.000 morti, più di sei milioni di rifugiati, un numero imprecisato di feriti.

La peggior catastrofe del nuovo millennio.

Noi non abbiamo idea di quello che è successo davvero in Siria e di quello che continua a succedere là.

Prima di leggere questo articolo proviamo a pensare e a sperare che tutto tornerà come prima.

Siria perche’ visitarla

L’ARTICOLO SCRITTO PRIMA DELLA GUERRA

Prima di partire il commento die miei genitori e dei miei amici è stato “o ti rapisco o ti sparano”.

Ma io sapevo che se c’è un paese che è il cuore del Medio Oriente, questo è senza dubbio la Siria.

E IL CUORE a me l’ha rubato.

Ponte dei collegamento tra i paesi della penisola Araba e il Mediterraneo, tra l’Iran e l’Occidente.

Crocevia millenario di culture e civiltà: egizi, babilonesi, assiri, greci, romani, ebani, persiani.

Culla della nostra civiltà moderna, basti pensare che quando noi Italiani iniziamo a studiare la storia, iniziamo proprio con gli Assiri – Babilonesi.

Terra di medici, scienziati, scrittori, chimici, filosofi e letterari.

Terra di castelli, fortezze, palazzi, moschee e chiese.

Nel suo territorio si trovano tra l’altro:

• Palmira: il sito archeologico più grande del Medio Oriente
• Damasco: la città più vecchia al mondo
• Krak: il più maestoso castello dei crociati
• Bosra: il teatro romano meglio conservato

Prima della guerra c’era 10 milioni di visitatori all’anno, la Siria era uno dei paesi più turistici al mondo, con un indotto del 14% sull’economia.

Bagnata dalle acque del’Eufrate, si passa dal deserto a verdi colline, da montagne al Mediterraneo, da oasi a città senza tempo.

Un paese fantastico, dalle mille e una notte, con un ricchissimo e immane patrimonio storico, archeologico e architettonico.

Un mondo musulmano in cui si parla ancora l’aramaico, la lingua di Gesù, e dove affonda le radici il cristianesimo.

In quei pochi giorni nel 2008 ho potuto assaporare pace e tranquillità, profumi nuovi e emozioni particolari.

Con una libertà e una tranquilla di scegliere percorsi, soste, città, ostelli che difficilmente mi è ricapitata.