MESSICO SubComandante Marcos
SUBCOMANDANTE MARCOS
Siamo un esercito di sognatori, per questo siamo invincibili
Circa 20 anni fa nel pieno della mia ribellione adolescienziale, lessi un intervista su il Venerdì (le cui pagine ancora le ho quasi intatte nel cassetto) a questo rivoluzionario No-Global che in pubblico compariva sempre con passamontagna nero in testa, un fazzoletto rosso al collo, pipa in bocca e un bastone tra le mani (il bastone del comando delle milizie EZLN) di cui mai avevo sentito parlare.
Alla fine dell’articolo c’era la sua foto con da parte una scritta:
Perchè ci vedessero ci siamo coperti il volto,
Perchè ci nominassero ci siamo negati il nome,
ci giochiamo il presente per avere un futuro,
e per vivere…..muoriamo.
Era il Sup, il SubComandante Marcos, il Primo soldato e portavoce dello EZLN, l’esercito zapatista di liberazione nazionale, il delegato 0 che vive con i suoi compagni in clandestinità tra le montagne del Chiapas e subito me ne innamoraì.
All’interno dello EZLN ci sono 76 Comandanti il cui mandato è affidato dalle assemblee popolari e in qualsiasi momento può essere revocato, ma solo un SUB, sub perchè è sotto il popolo che è la massima autorità.
Figura misteriosa e controversa, personaggio multimediale, scrittore di comunicati e lettere di pregevolissima fattura, leader carismatico e No-Global, Rivoluzionario e Guerrigliero ma sopratutto un romantico e sognatore.
Secondo il governo Messicano, sotto il suo passamontagna si cela Rafael Sabastian Gullen Vincente, nato nel 1957 ma lui ha sempre smentito e negato.
Il SubComandante Marcos vuole essere un Messicano qualunque, Marcos infatti è un nome d’arte, il nome preso da un compagno chè morì in un CheckPoint dell’esercito Mexicano e i Zapatisti avevano l’abitudine di prendere i nomi degli amici che morivano in battaglia, così che uno non moriva mai ma continuava a lottare.
Per molti è il nuovo Che Guevara, molto meno guerrigliero e meno pratico ma più teorico e mediatico, sotto il suo comando il Chiapas è da 20 anni sotto l’attenzione dei Mass Media, da quel giorno del 1994 che iniziò la ribellione contro l’entrata in vigore del NAFTA, l’accordo di libero scambio tra Usa, Canada e Messico.
Le sue idee politiche sono un connubbio tra il socialismo libertario l’anarco – comunismo, l’indigenismo, lo zapatismo, il marxismo e maoismo, la teologia della liberazione e ovviamente del Che.
Il SubComandante Marcos, il Don Chiscotte del 2000, ha una visione rivoluzionaria post-moderna della società, che pochi secondo me sono riusciti a capire nella sua semplicità.
Lui insieme all’EZLN, a differenza degli altri movimenti rivoluzionari Latino – Americani non mirano alla conquista politica e al potere Messicano ma solo a leggittimare le istanze popolari delle popolazioni indigene autogestite.
Una lotta contro il liberismo Mexicano per tutelare gli indigeni del Chiapas, un manifesto vivente di tutte le minoranze schiacciata dal capitalismo.
Il 24 Maggio del 2014 dichiarò che il suo personaggio smetteva di esistere, con una simbolica morte dichiarava che la sua immagine pubblica è diventata una distrazione e il suo stato un travestimento pubblicitario.
“Marcos, la quintescenza dell’antileader, insiste che la sua maschera è uno specchio.
Marcos è:
un gay a SanFrancisco,
un nero in SudAfrica,
un asiatico in Europa,
un chicano a San Ysidro,
un anarchico in Spagna,
un palestinese in Israele,
un indio maya nel distretto di San Cristobal,
un ebreo in Germania,
uno zingaro in Polonia,
un mohawk in Quebec,
un pacifista in Bosnia,
una donna sola in metropolitana alle 10 di sera,
un contadino senza terra,
un membreo di una gang in una baraccopoli,
un operario senza lavoro,
uno studente infelice,
e naturalmente,
uno zapatista sulle montagne.
In altre parole, lui è semplicemente noi, noi siamo il leader che stiamo aspettando.”
Naomi Klein