IRAN 4° Teheran cosa abbiamo fatto part2
Teheran cosa abbiamo fatto part2
Arriviamo cosi alla zona nord di Teheran, entriamo in un Caffe bar del Ghandi, una specie di centro commerciale, con una decina di bar dove si può bere te, cioccolate, mangiare qualche spuntino, fumare, connettersi a internet e parlare di qualsiasi argomento più o meno tabù.
É questo uno dei posti più frequentati, dove un semplice turista, può conoscere e incontrare, i ragazzi e ragazze, della Teheran del Nord, quella delle zone residenziali, borghesi, la Teheran bene e ricca.
Qui i ragazzi ascoltano musica Rock (vietata), fanno feste private in cui l’alcool scorre come nelle nostre feste, fumano hascisc, giocano alla PlayStation, telefonano con L’Iphone e chattano con Facebook.
Dopo un ora che stavamo seduti bevendo del te e parlando, due ragazzi che stavano da parte a noi, iniziano a farci delle domande, nel loro inglese fluido mille volte più del nostro.
Dopo mezz’ora ci invitano a una festa per la sera, diciamo di no, e subito ci dicono che potremmo bere, fumare, ballare tutta la notte e il giorno dopo tutti insieme a fare SnowBoarder sulle montagne..tutto come loro ospiti.
Purtroppo siamo arrivati questa mattina e abbiamo paura di ritrovarci i situazioni che per il momento non sappiamo come affrontare.
Loro ci rimangono male e ci salutano…..e noi ci pentiamo quasi all’istante….se avessimo incontrato i ragazzi qualche giorno più tardi, dopo aver preso un po’ di confidenza con l’ambiente avremmo accettato senza pensarci nemmeno un secondo.
Usciamo dal locale, stiamo a 5 km dal centro di Teheran, si sta facendo notte e la temperatura si sta abbassando rapidamente, i 1200slm e la vicinanza dei monti Elburz, si sentono e si vedono tutti…..ma decidiamo di camminare…..
C’è molta neve e le strade stanno ghiacciando, ma c’è un tale senso di tranquillità, ordine e poesia, anche in mezzo a migliaia di macchine a cui è difficile resistere e non assaporare fino in fondo.
Siamo nella zona nord, come detto, quella ricca, delle ambasciate, dei dottori, degli avvocati, la sud è quella povera ma di poveri quelli estremi ce ne sono pochissimi, quella in mezzo è quella del commercio, del bazar e dei negozi.
La capitale è grande, fa 14 milioni di abitanti, è il centro finanziario e commerciale dell’Iran, auto, apparecchiature elettroniche, armi, tessile, zucchero, cemento e chimica, ci sono due aeroporti, 2 università e 4 linee della metro.
Ogni tanto ci fermiamo a chiedere a qualcuno e anche se non parla Inglese prova sempre a farsi capire.
Dopo due ore, infreddoliti, entriamo in una pasticceria e chiediamo la direzione…..ci siamo persi….abbiamo sbagliato un bivio e siamo fuori strada.
Il proprietario allora, che non parlava nemmeno una parola di inglese ci fa capire che a 100m c’è la fermata del bus per il centro.
Lo ringraziamo ma lui prende esce con noi, ci fa salire in macchina per fare 100m per portarci alla fermata del bus.
Parcheggia e aspetta che passa l’autobus.
Proviamo a dirgli che non si deve preoccupare e che prenderemo un taxi, ma lui sorride sempre, così rinunciamo e ci congeliamo da parte a lui.
Dopo mezz’ora, arriva il bus, sale per prima lui, parla con l’autista dicendogli dove dobbiamo scendere, ci paga il biglietto, ci saluta e scende.
Cioè, aspetta…..avete capito bene questo signore sconosciuto che ha fatto per noi nell’ultima mezz’ora…..e così in meno di mezza giornata ci siamo innamorati….dell’Iran e dei suoi abitanti. Arriviamo all’albergo congelati, sono le nove, dobbiamo cenare ma nella zona non c’è un ristorante aperto……è Giovedi.
Chiediamo consiglio al ragazzo della reception che ci fa ordinare la cena a un take way lì vicino.
Chiama e dopo mezz’ora arriva la nostra super deliziosa e economica cena.
Andiamo in camera, chiamiamo casa gratuitamente con FaceTime e ci addormentiamo, cullati dalle molecole di storia e cultura che ancora, forti più che mai, si respirano nel cielo Persiano, come nel più dolce episodio delle Mille e Una Notte.